tutta fumo e niente arrosto

Da Gynepraio @valeria_fiore

Parole come “sapere” e “saper fare” vi sanno di stantio? Il miglioramento continuo, le lacune da colmare, la quotidiana lotta contro i limiti personali vi paiono concetti superati? Volete con poco sforzo assumere un’allure pretenziosa, acquisire un innato savoir faire mentre in realtà vi sentite degli inetti a vivere? Era da tempo che volevo scrivere il mio personale vademecum per venditori di fumo, ma solo ieri si è presentato il pungolo. Precisamente, il pungolo ha assunto la forma di un lettore di questo blog, il quale mi ha scritto in privato dicendomi che sono sostanzialmente una buona a nulla, che parla del nulla, ma “infiorettandolo”, che è l’unica cosa che ti viene bene. Quale migliore input.

CREATIVITA’. Il termine non indica “trovare soluzioni nuove a problemi vecchi” o “generare con le mani cose che prima non esistevano”, bensì “avere brillanti trovate con cui nascondere la vostra desolante povertà”. Ricordatevi: voi non siete squattrinati, bensì creativi. Quindi, se grondate lacrime passando davanti allo show-room di Lago ma purtroppo in tasca avete sì e no 20 euro, dovete occultare questo desiderio e fare finta che vi piaccia tantissimo usare mobili di recupero, cose originariamente nate per uno scopo ma forzosamente convertite ad altro. Ad esempio, una cassettiera fregata dal magazzino di un vecchio posto di lavoro diventa un mobile bagno. Un banchetto di scuola trovato vicino alla spazzatura diventa un angolo toilette in camera da letto. Facile no?

UN LOOK ACQUA E SAPONE. Il genere femminile gestisce e porta in sé la contraddizione, la dicotomia, l’antitesi. Purtroppo, essere carine fuori casa e sciatte tra le mura domestiche -per quanto prerogativa e principio fondatore di personaggi di successo quali Bridget Jones e Carrie Bradshaw- è una forma di bipolarità spiazzante e gravemente ingannevole. Quindi, se anche al ritorno dal lavoro vi sentite stanche come raccoglitrici di cotone dell’Alabama, non vi presenterete al naturale, ma assumerete un nude look. Vi toglierete dalla faccia il make up ormai decomposto, vi metterete una buona crema idratante e il correttore. Ma soprattutto, vi darete piccoli tocchi di questo prodottino qui, che vi darà un’aria sana, solare, tipica di quando ricevete  un complimento e vi sembra di sbarluccicare di felicità. Però, poi, non occultatelo in un armadietto! Abbandonatelo in bagno in mezzo ad altri oggetti rigorosamente inutili ma dal colore simile, così, con nonchalance, come se non costasse 28 euro per 13 ml.

occhio al codice colore, per cortesia.

Avete i capelli di Medusa ma siete ben consapevoli che è uno scempio lavarli per poi stare a casa tutta la sera? Vi fate uno chignon morbido, anzi shabby, come vi ho già spiegato qui.

SAPER CUCINARE. Questa è la mia specialità, come non mi vergogno di ammettere. Se anche voi desiderate fare colpo sui commensali, lo ribadisco, senza di fatto saper fare nulla, il segreto è confonderli. Perché estrarre dalla busta il salmone affumicato e schiaffarlo volgarmente su un piatto, quando puoi anche dargli quel vago sapor d’Ikea cospargendolo di aneto? Perché fare un banale tè nero quando puoi proporre agli ospiti bevande chiamate Rooibos o Masala Chai? Loro, spiazzati da queste parole, assaggeranno e si convinceranno che siete profondi conoscitori dell’argomento. Attrezzate la vostra cucina e, mentre preparate il dolce, lasciate sparse in giro oggetti come le formine metalliche per fare i biscotti o il setaccio per la farina, poco importa se non li state utilizzando per il dolce in questione

Dolce che, nel 90% dei casi, sarà  a base di yogurt greco (non lo yogurt normale, badate bene). Esso si combina con miele, marmellata, nutella, sciroppi colorati, frutta fresca/secca/essiccata, codine colorate, granella, muesli. Se volete raggiungere il livello pro, procuratevi una yogurtiera: ci mette 12 ore durante le quali voi vi dimenticherete della sua esistenza, ma poi potrete dire che “è fatto in casa”. Per la presentazione, vedi capitolo successivo.

GUSTO PER IL DETTAGLIO. Questa è la più facile! Perché ci hanno educato fin da bambine a fare orribili torte di fango e involtini di foglie per poi impiattarli graziosamente nel servizio mignon delle bambole. A 20 anni di distanza, fate la stessa cosa sostituendo le altre stoviglie con dei bicchierini: qualsiasi cibo che in una fondina sembrerebbe la cena dei mangiatori di patate di Vang Gogh, collocato in un bicchierino di ceramica colorato diventa speciale. Cereali e legumi tristemente bolliti, il passato di verdura che sa di mensa delle elementari e ovviamente lui: lo yogurt greco con aggiunta di la-qualsiasi. Provare per credere, sarà tutto un fiorir di complimenti: che carino, che delicato, che leggero. In caso di picnic, i bicchierini saranno sostituiti da minivasetti ermetici, collocati in un cestino di vimini.

ESSERE INTERESSANTI. Alla definizione “interessante” contribuiscono solo marginalmente la vostra intelligenza e preparazione accademica, i vostri interessi professionali e personali. Qui ci sta soprattutto la vostra capacità di confezionare ed esprimere opinioni su cose che non sapete, film che non avete visto, libri che non avete letto, attraverso una tecnica chiamata mash-up intellettuale. Essa consiste nell’ascoltare dapprima molte campane -in disparte, in gran silenzio, lurkando sinistramente- e poi farne una sintesi prendendo qualche perla di saggezza qui e lì, sempre e comunque tralasciando di citare le fonti di ispirazione. E se non riuscite a riciclare contenuti e riflessioni faticosamente collezionati? Oppure, se vi siete creati un inestimabile patrimonio di opinioni e non vi sentite ascoltati da nessuno? Che si fa in quei casi? Molto semplice: si apre un blog. Buona settimana a tutti.

PS in inglese, tutto fumo e niente arrosto si dice “all hat and no trousers”. Me lo disse la mia professoressa di inglese del ginnasio quando si rese conto che la mia parlata fluente era frutto di innumerevoli pomeriggi passati a guardare MTV Say What cantando con una spazzola al posto del microfono, e certamente non ad una solida conoscenza della grammatica.