Facciamo grammatica, si dice che la grammatica è quasi come l'aritmetica nell'immaginario di chi a scuola c'è stato qualche decennio fa, e a questi gli piace la grammatica: è tutto un sollevar di mani, un ragionare fitto, un dire "ah no è così, ora l'ho capito". Ma la grammatica la fanno come se fosse uno scarabeo per giocare a capire le parole, a incastrarle bene nel discorso e scoprire perché stanno lì e non altrove, che lavoro fanno e perché non ne possono fare un altro, o perché a volte lo fanno doppio.
"Ma qualcosa devo averlo sbagliato perché non sono bravi nei temi" mi sono detta dopo il primo tema dell'anno. Fatto con ancora il sapore del sale in bocca dei recenti bagni al mare era scarno, povero di spirito e di emozioni, con pochi timidi accenni al futuro. Mi ha deluso e mi sono chiesta dove ho sbagliato convincendomi che questi miei alunni non amano scrivere.
Questa è una classe che ci mette un po' a carburare lo dimentico puntualmente di fronte a testi che non fanno centro nella mia mente, che non sono quello che mi aspetto.
Poi passano i giorni e alla terza settimana l'inizio d'anno è già un pallido ricordo, le penne si sono scaldate, le menti sono contentrate nello scopo per cui si sta seduti a scuola, ecco che comiciano a scorrere veloci e riga dopo riga sono un periodo, un discorso infine un tema. Ecco che i fatti mi smentiscono. Sì questi sanno scrivere anche i temi e a volte lo fanno con la consapevolezza di scrivere per farti piangere perché hanno imparato prima di tutto che il tema deve piacere alla maestra. E quando è così hanno capito tutto. Si scrive anche per chi legge e non solo per raccontarsi.
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