Quando un film è atteso inconsciamente e necessario... Benedetto Virzì, grazie per "Tutta la vita davanti", visto solo ieri sera. Tempo fa sentii Isabella Ragonese (la eccellente protagonista) dichiarare che il regista toscano le aveva, con questo film, affidato un personaggio che mancava nel panorama cinematografico contemporaneo nostrano. "Tutta la vita davanti" non è un semplice film che parla "dei call center", ma è un'opera profonda e malinconica, aggraziata e ben diretta-scritta-sceneggiata-realizzata-interpretata (sisi, tutto, tutto!!) che parla del reale in modo equilibrato, sentito ma non superficiale, in maniera attenta ma non pesante. Virzì non è nuovo di queste operazioni. Ricordo sempre con grande affetto "Ferie d'agosto", altra piccola perla che fotografa vizi e virtù del nostro paese. In "Tutta la vita davanti", la Ragonese è la tipica "giovane" degli anni zero. Grandi passati, grandi futuri, nessun presente. Intorno l'Italia della mediocrità che si espande e dilaga, senza vere e proprie colpe. In un paese fermo da tanti punti di vista, dove i giovani volano via, non rimangono altri spazi che quelli di un commercio ambiguo e truffaldino, dove non conta nulla se non vendere, ingannare, "vedere come fare per mandare avanti la baracca". Isabella Ragonese è brava e ad un ottimo presente aggiungerà senza problemi un eccellente futuro. Poi c'è la ritrovata coppia Ferilli - Ghini, protagonisti del primissimo Virzì de "La bella vita". Ci sono ancora la signora Michela Ramazzotti in Virzì, Valerio Mastandrea ed Elio Germano, sempre sorprendente.Una bella pagina del nostro cinema che coglie e racconta l'Italia di adesso, senza aspettare lassi di tempo eccessivi. Meglio riflettere ora e subito su cosa siamo. Un po' come ci avevano abituato....diciamolo....grandi del passato.
Quando un film è atteso inconsciamente e necessario... Benedetto Virzì, grazie per "Tutta la vita davanti", visto solo ieri sera. Tempo fa sentii Isabella Ragonese (la eccellente protagonista) dichiarare che il regista toscano le aveva, con questo film, affidato un personaggio che mancava nel panorama cinematografico contemporaneo nostrano. "Tutta la vita davanti" non è un semplice film che parla "dei call center", ma è un'opera profonda e malinconica, aggraziata e ben diretta-scritta-sceneggiata-realizzata-interpretata (sisi, tutto, tutto!!) che parla del reale in modo equilibrato, sentito ma non superficiale, in maniera attenta ma non pesante. Virzì non è nuovo di queste operazioni. Ricordo sempre con grande affetto "Ferie d'agosto", altra piccola perla che fotografa vizi e virtù del nostro paese. In "Tutta la vita davanti", la Ragonese è la tipica "giovane" degli anni zero. Grandi passati, grandi futuri, nessun presente. Intorno l'Italia della mediocrità che si espande e dilaga, senza vere e proprie colpe. In un paese fermo da tanti punti di vista, dove i giovani volano via, non rimangono altri spazi che quelli di un commercio ambiguo e truffaldino, dove non conta nulla se non vendere, ingannare, "vedere come fare per mandare avanti la baracca". Isabella Ragonese è brava e ad un ottimo presente aggiungerà senza problemi un eccellente futuro. Poi c'è la ritrovata coppia Ferilli - Ghini, protagonisti del primissimo Virzì de "La bella vita". Ci sono ancora la signora Michela Ramazzotti in Virzì, Valerio Mastandrea ed Elio Germano, sempre sorprendente.Una bella pagina del nostro cinema che coglie e racconta l'Italia di adesso, senza aspettare lassi di tempo eccessivi. Meglio riflettere ora e subito su cosa siamo. Un po' come ci avevano abituato....diciamolo....grandi del passato.
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