Non ho mai acceso un Google Alert su Ettore Gotti Tedeschi, perciò da un po’ di tempo l’avevo perso di vista. Fatemi fare mente locale: dov’è che l’ho incrociato l’ultima volta? Ah, sì, è stato nella relazione che il Vaticano commissionò a uno psichiatra per accertare il suo stato di salute mentale. O era uno psicoterapeuta? Mah. Non rammento nel dettaglio quale fosse la diagnosi, però mi pare non lo si descrivesse in forma smagliante, diciamo. Se non erro, gli si attribuiva «un parziale scollamento dal piano di realtà assimilabile a una disfunzione psicopatologica nota come “accidia sociale”», che si manifesterebbe come «passione dell’indifferenza». Cazzate. Per meglio dire: ammesso che allora fosse una diagnosi seria, oggi direi sia in ottima forma. Più di Ernesto Galli della Loggia, in ogni caso. E certamente più di Giuliano Ferrara, anche se poi lì non è che ci voglia molto. Su il Giornale di martedì 16 febbraio Ettore Gotti Tedeschi ci offre una riflessione sullo stesso tema trattato dai due nei giorni precedenti (Corriere della Sera, 13.2.2016; Il Foglio, 15.2.2016) – e la morale cattolica non conta più cazzo, e il mondo va a rotoli, e finirà che ci accoppieremo con le scimmie e coi cammelli – ma con una tal flemma... Ecco, finirà che tutta ’sta flemma gli procurerà un’altra diagnosi di disfunzione psicopatologica. Peccato, perché a pelle poi mi sta simpatico, ma pure lui però, che cazzo, dovrebbe sapere che certi valori si difendono schiumando bava e con gli occhi accesi di brace.
Non ho mai acceso un Google Alert su Ettore Gotti Tedeschi, perciò da un po’ di tempo l’avevo perso di vista. Fatemi fare mente locale: dov’è che l’ho incrociato l’ultima volta? Ah, sì, è stato nella relazione che il Vaticano commissionò a uno psichiatra per accertare il suo stato di salute mentale. O era uno psicoterapeuta? Mah. Non rammento nel dettaglio quale fosse la diagnosi, però mi pare non lo si descrivesse in forma smagliante, diciamo. Se non erro, gli si attribuiva «un parziale scollamento dal piano di realtà assimilabile a una disfunzione psicopatologica nota come “accidia sociale”», che si manifesterebbe come «passione dell’indifferenza». Cazzate. Per meglio dire: ammesso che allora fosse una diagnosi seria, oggi direi sia in ottima forma. Più di Ernesto Galli della Loggia, in ogni caso. E certamente più di Giuliano Ferrara, anche se poi lì non è che ci voglia molto. Su il Giornale di martedì 16 febbraio Ettore Gotti Tedeschi ci offre una riflessione sullo stesso tema trattato dai due nei giorni precedenti (Corriere della Sera, 13.2.2016; Il Foglio, 15.2.2016) – e la morale cattolica non conta più cazzo, e il mondo va a rotoli, e finirà che ci accoppieremo con le scimmie e coi cammelli – ma con una tal flemma... Ecco, finirà che tutta ’sta flemma gli procurerà un’altra diagnosi di disfunzione psicopatologica. Peccato, perché a pelle poi mi sta simpatico, ma pure lui però, che cazzo, dovrebbe sapere che certi valori si difendono schiumando bava e con gli occhi accesi di brace.
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