Ecco perché, tra le altre cose, ho sentito alcune frasi. Daria Bonfietti, presidente dell'associazione dei parenti delle vittime, ha accolto così Orlando: «Ritroviamo un amico, una memoria storica degli anni Novanta, ma pensiamo anche di incontrare la passione di una città». Merola addirittura gli ha dedicato un «bentornato tra noi, ce n'era bisogno». E quindi il neo-di-nuovo-sindaco è diventato a suo modo il protagonista della giornata, ricordando che era sindaco ai tempi dell'istruttoria Priore. Era il 1999.
E allora c'è stato spazio anche per qualche battuta. «È la prima volta che entro in consiglio comunale da quando sono stato eletto», ha detto usinnacollando. Eh sì, perché ancora il consiglio palermitano quasi monocolore non si è insediato, bisogna aspettare il 9 luglio. E Orlando dice che ha passato finora più tempo negli scantinati del Comune di Palermo. Non so cosa volesse dire di preciso, ma qualcuno in aula ha sorriso. Forse parlava in aramaico e io non l'ho capito.
Era invece in italiano e ben comprensibile un altro messaggio, arrivato 32 anni fa. Ne ha parlato l'avvocato dell'associazione dei familiari, Alessandro Gamberini: un necrologio un po' particolare - lui dice pubblicato due giorni dopo la strage sul Giornale di Sicilia, ma di sicuro ve ne fu uno il 2 luglio su L'Ora di Palermo. I necrologi a volte dicono tanto. Autore: il consolato di Libia nel capoluogo siciliano. Testo: «Il Consolato Generale della Giamahiriah Araba Libica Popolare Socialista partecipa sinceramente al dolore che ha colpito i familiari delle vittime della sciagura aerea di Ustica e manifesta tutta la sua solidarietà al Presidente della Regione e al Presidente dell'ARS per questo grave lutto che ha colpito la Sicilia». Un dolore espresso a colpi di maiuscole. La Libia dunque c'entra, ed è per questo che i familiari delle vittime sperano che si possa interrogare Abdel Salam Jalloud, ex primo ministro di Gheddafi forse rifugiato in Italia dopo la caduta del Raìs.
Per la cronaca (e la storia), il presidente della Regione era il democristiano Mario D'Acquisto, mentre l'Ars era presieduta dal comunista Michelangelo Russo, esponente della corrente migliorista di Napolitano. Leoluca Orlando era già consigliere comunale a Palermo.