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Tutti a gonfiare la bolla speculativa del Gambling Online?

Da Poli @PoliPoker_

Poker OnlineLe società europee di gambling online quotate in borsa hanno fatto registrare negli ultimi mesi forti performance, spinte dall’euforia per l’apertura di nuovi mercati e per gli ottimi risultati avuti nei mercati già legalizzati,  Italia e Francia.

Nonostante molte compagnie possano vantare bilanci in nero e in alcuni casi dividenti addirittura del 5%, secondo alcuni market analyst la luna di miele sta per lasciare spazio alle difficoltà che gli investitori e gli Amministratori Delegati delle società del settore devono affrontare per operare profittevolmente.

Investimenti su compagnie di gioco d’azzardo online sono state sempre caratterizzate da una estrema volatilità dovuta all’esposizione del settore al rischio politico, ovvero alla possibilità che governi decidano di modificare leggi o regolamentare il mercato con aliquote fiscali elevatissime che soffocano la profittabilità del settore.

Un esempio che chiarisca l’idea di imprevedibilità nell’ online gambling è stata, nel 2006, l’approvazione della famigerata UIGEA negli Stati Uniti, che costrinse PartyPoker ad abbandonare il mercato US, riducendo il valore delle azioni del 70%.

Il problema europeo è leggermente differente. A rendere difficile la gestione di società di gambling nel vecchio continente è la giungla legislativa che sta caratterizzando l’evoluzione del mercato e alla quale la Corte di Giustizia Europea non riesce a venire a capo.

Il Governo spagnolo in ottobre si era pronunciato a favore di un’apertura del gioco d’azzardo online ad un liquidità internazionale e a sostegno della battaglia legale di Stanleybet per la licenza italiana, argomentando che la protezione dei licenzatari già operanti in un mercato regolamentato è in contrasto con il trattato che garantisce il libero commercio all’interno dei confini europei.

La Corte di Giustizia Europea si è pronunciata pochi giorni fà criticando i Monopoli di Germania e Italia, considerati non conformi al trattato europeo di libera circolazione delle merci e libertà di stabilimento e prestazione dei servizi garantite. La Corte di Giustizia Europea ha inoltre aggiunto che la disciplina nazionale presenta caratteristiche che appaiono discriminatorie nei confronti dei nuovi entranti in un mercato consolidato con marchi dominanti.

Altrove, il Belgio ha optato per l’apertura alla liquidità internazionale e alla criminalizzazione dei players sorpresi a giocare su poker rooms sprovviste di regolare licenza, alla quale ha risposto l’italia con il divieto per i players italiani di giocare sulle .com.

Un’altro fattore chiave è la pressione fiscale, dato che i Governi di mezza Europa, sull’orlo della bancarotta, vedono la tassazione del gioco online la loro ancora di salvataggio.

Gli operatori in Grecia devono consegnare oltre il 30% dei profitti lordi, il Governo tedesco applica un’aliquota del 17%, mentre la tassazione in Francia ha raggiunto livelli considerati insostebili da TitanBet costretto ad abbandonato il mercato qualche settimana fà.

In altre parole, gli Amministratori Delegati delle aziende opernati nel settore del gambling online europeo devono avere un’occhio sulla performace economica e finanziaria, studiare il mercato per soddisfarne le specifiche esigenze ed essere pronti a gestire e reagire a repentini cambi fiscali e legislativi che seguono il turnover dei Governi.

Confusione che dovrebbe far male al mercato, deprimere il costo delle azioni vendute ad uno sconto per superare la concorrenza di settori  piu’ tranquilli e meno esposti al richio politico, e che dovrebbe tappare le ali ad un settore dell’economia che può garantire benessere economico e posti di lavoro.

Anche il mercato US del poker online, il quale proprio oggi sembra aver subito un nuovo stop almeno fino al 2013, in quanto non previsto nel documento di previsione delle entrate fiscali del 2012 alla firma del Presidente Barack Obama nei prossimi giorni, sembra non entusiasmare piu’ gli analisti dopo l’euforia del mese di dicembre e gennaio.

Le preoccupazioni anche qui sono la frammentazione giuridica, la pressione fiscale, la lenta crescita economica, il livello di concorrenza e la reale grandezza del mercato.

Nonostante alcuni operatori hanno fatto registrare forti performance negli ultimi mesi, il mercato del poker online risente delle situazione di incertezza e continua a diminuire a livello mondiale.

Secondo gli analisti il boom del poker online simile a quello tra il 2005 ed il 2008 non caratterizzera’ il 2012 o ben il 2013. Il mercato e’ maturo e nonostante ci si aspetti aumenti di ricavi nel breve periodo, i giocatori deboli lasceranno il poker online (come accadde nel 2008), riducendo sensibilmente il pool di players e aumentando di conseguenza la competitività del settore.

In altre parole, molti analisti non vedono nel mercato statunitense la salvezza degli investitori nel settore del gambling online

Sembra gli investitori abbiano dimenticato le difficoltà e l’aleatorietà del settore, le azioni vengono scambiate ad un prezzo che non predente un sconto per via del rischio, suggerendo che gli azionisti hanno scommesso su una legalizazzione del mercato USA, una normalizzazione e magari unificazione giuridico e fiscale di quello europeo e una crescita economica mondiale dei prossimi anni.

E’ possibile prevedere, con un grado di certezza apprezzabile quale sarà il giro di affari e il profitto di Bwin.Party e 888 Holdings (solo per citarne un paio)  nei prossimi anni, quante tasse dovranno pagare e la competitività dei mercati nei quali opereranno?

Stiamo assistendo alla crescita di una nuova bolla finanziaria dove le azioni godono di un premium piuttosto che essere scambiate ad un prezzo minore per via dell’aleatorietà?

 


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