Tutti al MART
Creato il 19 agosto 2015 da Athenae Noctua
@AthenaeNoctua
Il Museo di arte moderna e contemporanea di Trento e Rovereto, più noto come MART, era uno dei miei obiettivi estivi: non volevo arrivare alla fine delle vacanze rimandando ancora questa tappa culturale importante, neanche così lontana da casa mia. Ho visitato solo le due sedi di Rovereto, il MART vero e proprio e la Casa d'arte futurista Depero (mi manca una sortita alla Galleria civica di Trento, e il biglietto cumulativo suggerisce di compierla entro la fine dell'anno), ma anche questa conoscenza incompleta è bastata per farmi immediatamente appassionare al progetto e alle collezioni di questo museo.
Collocato entro la pacifica cornice della cittadina di Rovereto, il Mart si fa notare per la sua particolarissima architettura, grazie al richiamo, da parte di Mario Botta e Giulio Andreolli, alle forme del Pantheon di Roma nell'avveniristica cupola di vetro e accaio che sovrasta il cortile di ingresso e alla grande luminosità e ariosità degli spazi interni, che si prestano, oltre che all'esposizione delle collezioni stabili, anche a mostre ed eventi.
Il Mart ha uno spazio espositivo molto ampio, sfruttato anche per gli spazi di servizio: lo scalone centrale e le due rampe che costeggiano la cupola sono essi stessi spazio di esibizione e il piano seminterrato ospita l'Archivio del '900, che raccoglie documenti sull'arte e l'architettura italiane del XX secolo e che deve le sue origini alle donazioni dell'artista futurista Fortunato Depero (1892-1960), che a Rovereto visse, studiò e morì. Il palazzo del Mart si presenta, dunque, come uno spazio in cui si fondono passato e presente, adatto sia ad accogliere le opere d'arte moderna sia a dare spazio agli artisti contemporanei, cui sono dedicati spazi altrettanto curati e capaci di calamitare anche l'attenzione dei meno informati sulle ultime tendenze artistiche.
Il primo piano del museo, attualmente organizzato nel percorso #collezionemart, presenta già un dialogo fra le epoche, gli artisti e le tecniche, poiché è diviso fra una sezione dedicata all'arte del primo Novecento (#unamodernaclassicità, a cura di Daniela Ferrari), dove spiccano le opere di Carlo Carrà, Giorgio De Chirico, Alberto Savinio, Felice Casorati e Medardo Rosso, e uno spazio denominato #canonecontemporaneo, curato da Veronica Caciolli e Denis Isaia, in cui si possono ammirare le tele strappate di Lucio Fontana, le composizioni di Alberto Burri e opere di altri artisti, fra cui Michelangelo Pistoletto, Piero Manzoni e Bill Viola.
La sezione #unamodernaclassicità si concentra sui dipinti e le sculture della prima metà del XX secolo, mettendo in luce il percorso del Ritorno all'ordine post-avanguardista e le soluzioni dell'arte metafisica, permettendo di riconoscere anche alcuni punti di contatto con le contemporanee tele esposte alla Galleria d'arte moderna di Verona; il secondo spazio ci proietta invece nel secondo '900, in una realtà interartistica, materica e multimediale in cui si alternano installazioni luminose, fotografie, video e sculture realizzate con materiali di riciclo.Dallo scorso ottobre e fino al 20 settembre 2015, inoltre, il Mart ospita la mostra La guerra che verrà non è la prima. Grande guerra 1914-2014, dedicata all'illustrazione del fenomeno bellico nella sua ricorsività dal primo conflitto mondiale agli scontri di oggi e alla percezione della guerra oggi. Concorrono alla costruzione del percorso del centenario reperti storici costituiti da armi, equipaggiamenti e materiali a stampa dell'epoca (cartoline, manifesti propagandistici, breviari e notiziari), video, percorsi fotografici, installazioni tridimensionali, dipinti e collage realizzati nel corso del Novecento in relazione a guerre successive, fra cui spiccano le opere di Giacomo Balla, Marc Chagall, Fortunato Depero, Mario Sironi e Donald Baechler. Così strutturata, la mostra, incastonata in un territorio che ha vissuto direttamente il dramma della lotta fra il 1915 e il 1918, offre una visione continua della guerra, impedendo allo spettatore di percepirla come un'esibizione celebrativa di una ricorrenza e costringendolo a prendere atto della permanenza di uno stato di emergenza che, anche se non ci tocca personalmente, si consuma in diverse parti del mondo.
In pochi minuti di cammino dal Mart si raggiunge la Casa d'arte futurista Fortunato Depero, uno spazio progettato e arredato dallo stesso artista aperto poco prima della morte del suo creatore, che scelse per questa originale esposizione proprio il cuore medievale della città di Rovereto. Nei locali di Casa Depero, recentemente restaurati, si può ammirare il dispiegamento del progetto futurista, imperniato sulla rivoluzione del teatro, sulla pubblicità sulla stampa paroliberista, sulla realtà popolata di automi e marionette e sulla simultaneità e l'intreccio delle forme che Depero ha trasferito sulla mobilia e sulle variopinte tarsie di panno realizzate con il contributo della moglie, Rosetta Amadori. La casa-museo, unico spazio espositivo realizzato da un futurista e passato per volontà dello stesso Depero alla città, è un concentrato delle esperienze più caratteristiche della vita personale e professionale del suo creatore.
Nell'attesa del completamento della visita del circuito Mart con una gita tridentina, ma anche di un ritorno in quel di Rovereto per ammirare le altre bellezze della città e il Museo della Guerra, consiglio vivamente a tutti gli amanti dell'arte di non perdere il Mart, specialmente in queste ultime settimane di allestimento di La guerra che verrà non è la prima, che ha l'unico difetto di essere temporanea.
C.M.
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