Il team di New Horizons colpisce ancora e come è consuetudine, ormai, poco prima del week-end rilascia nuove strabilianti immagini: questa è stata la volta di Caronte, la luna maggiore di Plutone.
Poco prima del massimo avvicinamento al pianeta nano, durante il flyby dello scorso 14 luglio, la Ralph/Multispectral Visual Imaging Camera ( MVIC), a bordo della sonda, ha catturato la superficie di Caronte nei filtri rosso, verde e blu, combinati insieme ed enfatizzati nell'immagine in apertura. Il risultato è una tavolozza incredibilmente varia, ad indicare una composizione geologica variegata ed una storia complessa.
Con un diametro di 1,214 chilometri, circa la metà di Plutone, Caronte era stata ritenuta finora un mondo monotono e butterato di crateri. Ma New Horizons sta mostrando una superficie caratterizzata da montagne, canyon, frane e colori. Gli scienziati sono letteralmente al settimo cielo perché mai avrebbero pensato di trovare un posto così diversificato ai confini del nostro Sistema Solare.
Le immagini ad alta risoluzione prese dalla fotocamera Long Range Reconnaissance Imager ( LORRI) poco prima del massimo avvicinamento a Plutone, combinate in un mosaico in bianco e nero nella nostra gallery, sono state sovrapposte alle informazioni colore raccolte dalla camera MVIC nella composizione qui sotto. Il dettaglio risolve particolari di 0,8 chilometri.
Credit: NASA/JHUAPL/SwRI
Un grande sistema di canyon si estende per 1.600 chilometri sulla faccia di Caronte e probabilmente prosegue fino al lato opposto. Quattro volte più a lungo del Grand Canyon e due volte più profondo in alcuni punti, indica un importante sconvolgimento geologico nel passato della luna.
"Sembra che l'intera crosta di Caronte sia stata aperta", ha detto John Spencer, Southwest Research Institute di Boulder, Colorado.
"Per quanto riguarda la sua dimensione rapportata a Caronte, questa caratteristica è molto simile al vasto sistema di canyon della Valles Marineris su Marte", ha aggiunto.
Uno spicchio della regione polare della luna, informalmente chiamata Mordor Macula, con il suo tipico colore rossastro, rientra in alto a destra in questa vista. Ricoperto di una sostanza chiamata " tholins" (toline), che si forma per irraggiamento da parte della radiazione ultravioletta solare di composti organici semplici come metano o etano spesso combinati con sostanze inorganiche quali l'azoto molecolare, potrebbe essere parte dell' atmosfera di Plutone catturata dalla superficie di Caronte.
La montagna incastonata spicca in basso a destra in questo mosaico, mentre una superficie a "pelle d'oca" sembra modellare le zone lisce tra i crateri in basso a sinistra. In generale, queste pianure a sud del canyon, chiamate Vulcan Planum, mostrano crateri più piccoli rispetto all'emisfero settentrionale, dice il team, cioè sono più giovani. I contorni morbidi dei solchi e delle creste indicano che la superficie deve essere stata rimodellata di recente (in termini geologici) in quei punti.
Ancora una volta, la presenza di superfici lisce riconduce all'idea di un possibile processo di criovulcanismo ma il team sta anche discutendo l'ipotesi che un oceano di acqua sotto la crosta della luna sia rimasto congelato e bloccato molto tempo fa. La relativa variazione di volume avrebbe causato le crepe che vediamo oggi su Caronte, permettendo contemporaneamente alla lava di acqua di raggiungere la superficie e rimodellarla.
La soluzione all'enigma potrebbe essere a bordo di New Horizons che conserva ancora una grande mole di dati ed immagini da trasmettere a Terra. In attesa, il team ha rilasciato una fantastica ricostruzione di un "volo" sulla superficie della luna: l'avventura parte dal polo nord per spostarsi verso sud sopra il sistema di canyon, scendendo da 1.800 chilometri a 60 chilometri sopra la superficie. Da qui sui prosegue a sud per sorvolare la montagna incastonata, informalmente chiamata "Kubrick Mons". Buona visione!
Credit: NASA/JHUAPL/SwRI/Stuart Robbins