di Stefano Perri - Anno Domini 2011. Il taglio va di moda. O meglio, la chiacchiera sul taglio va di moda. Il vocabolario della politica sembra essersi inceppato come un disco rotto su un unico ridondante e sempre vincente concetto. Ridurre i costi. Tagliare. Praticamente tutti d’accordo quando di tagli sui costi della politica si parla. I distinguo iniziano quando dalle parole si tratta di passare ai fatti. E a fronte di un parlamento che ogni anno spende milioni di euro per automantenersi anche le Regioni rappresentano una spesa sostanziale per le finanze dello Stato. Alcune più di altre.
La
Calabria da questo punto di vista non fa eccezione. Anzi, come ormai da anni succede, i dati indicano che si tratta di una delle Regioni più spendaccione in ambito politico. Mantenere il Consiglio e la Giunta, tra retribuzioni e rimborsi, costa ogni anno ai calabresi decine di milioni di euro. Ma andando nel dettaglio cerchiamo di capire realmente quali sono le voci reali della spesa. Dove va a finire una parte cosi cospicua dei soldi dei contribuenti? Quali sono i benefici di cui godono gli eletti del mondo dorato di Palazzo Campanella?
I Consiglieri Regionali
Iniziamo con quella che appare come la spesa più ingente. Per ogni singolo Consigliere Regionale la Calabria sborsa al mese, tra indennità base e rimborsi, una cifra pari a 11.300 Euro. Se la somma viene moltiplicata per il numero complessivo dei 50 consiglieri acquista una consistenza complessiva di 560.000 Euro al mese che moltiplicati per le 12 mensilità fanno la bellezza di 6 milioni e 720 mila euro all’anno, tondi tondi. Un dato impressionante che deriva sicuramente dall’elevato stipendio al singolo consigliere ma anche dal numero spropositato di 50 membri di cui è composto il consiglio regionale in rapporto al numero di abitanti sul territorio calabrese. Confrontando il dato con i numeri delle altre regioni notiamo ad esempio che l’Emilia Romagna, pur avendo una popolazione più che doppia rispetto a quella calabrese, ha lo stesso numero di 50 consiglieri regionali. Anche in questo modo si costruiscono i numeri da capogiro. E fin qui parliamo solo degli stipendi dei singoli consiglieri, che in ogni caso sono già abbastanza spropositati se messi a confronto con quelli dei loro colleghi delle altre regioni.
Nelle altre Regioni
Ad esempio i consiglieri regionali più poveri, a quanto pare, sono quelli dell’Emilia Romagna, con uno stipendio mensile, rimborsi inclusi, di circa 5.600 Euro. Quasi la metà esatta dunque rispetto agli eletti nostrani. Seguono poi l’Abruzzo con 6.000 Euro mensili, il Trentino e la
Basilicata entrambe con 6.200 Euro, l’Umbria e la Valle d’Aosta con 6.500 Euro, la
Toscana con 6.700 Euro, le
Marche con 7000 Euro, il
Piemonte con 7.200 Euro, il Friuli
Venezia Giulia con 8.300 Euro, la
Liguria con quasi 8.700 Euro, la
Sicilia e il Lazio con 10.000 Euro tondi tondi, il piccolo
Molise e il produttivo
Veneto con 10.200 Euro, poi la
Puglia a 10.400 Euro, la Campania a quasi 11.000 Euro e dulcis in fundo le uniche a superare gli stipendi calabresi la
Sardegna con 11.400 Euro mensili e la più ricca
Lombardia con 12.600 Euro.
I Consiglieri Regionali della Calabria sono dunque di gran lunga tra i più pagati, ancor più se consideriamo lo stipendio in rapporto al costo della vita, notoriamente più alto in regioni come la Lombardia, il Piemonte, il Lazio o l’Emilia Romagna.
Il diritto all’accesso
A tutti i Consiglieri calabresi viene, inoltre, erogato un rimborso spese di trasporto per 20 accessi mensili al Consiglio regionale o al recapito dei gruppi di Catanzaro rapportato al doppio dei chilometri (tradotto: andata e ritorno) che intercorrono tra la propria residenza e la sede del Consiglio o del recapito dei Gruppi moltiplicato per il costo chilometrico rilevato dall’ACI per la vettura dichiarata in uso al Consigliere (che in ogni caso non può superare la cilindrata 2500 CC).
Le Commissioni
E quando un Consigliere fa anche parte (o addirittura presiede) una Commissione regionale il discorso si fa ancora più ghiotto e lo stipendio continua a salire. Anche qui la Calabria detiene un record numerico. Da noi infatti le Commissioni regionali sono ben 10 (sei permanenti e quattro speciali) a fronte delle 8 di Lombardia, Sardegna e Toscana, o delle 6 di Piemonte ed Emilia Romagna. Per i componenti, vicepresidenti e presidenti delle commissioni lo stipendio, tra indennità base e rimborsi, si aggira infatti tra i 12.000 e i 12.500 Euro. Stessa cosa dicasi per il Presidente della Giunta per le elezioni, per il Presidente del Collegio Revisore dei conti e per i Consiglieri Segretari e Questori.
La Giunta
Si sale ancora quando si parla degli Assessori, dei Vicepresidenti della Giunta e del Consiglio con uno stipendio che tra indennità e rimborsi raggiunge quasi i 13.000 Euro.
Ma i più ricchi della Regione, com’era da attendersi, sono i Presidenti di Consiglio e Giunta. A loro spetta infatti uno stipendio complessivo di quasi 13.500 Euro ciascuno. Anche nella categoria dei Presidenti, i calabresi sono tra i più pagati d’Italia. Secondi solamente al re dei Governatori, il pugliese Nichi Vendola, che percepisce uno stipendio di quasi 19.000 Euro al mese, al sardo
Ugo Cappellacci che ne percepisce 14.600 e al siciliano
Raffaele Lombardo con i suoi 14.400 Euro
Il Vitalizio
In Calabria inoltre tutti i consiglieri godono del cosiddetto vitalizio. Un assegno pensione a cui si ha diritto dai 60 anni in poi, a differenza di ciò che avviene in Trentino, Valle d’Aosta, Sardegna, Sicilia, Piemonte, Abruzzo e Basilicata dove per ottenerlo di anni ce ne vogliono 65. La soglia calabrese dei 60 anni può essere in ogni caso incredibilmente anticipata fino ai 55 con una riduzione proporzionale nella misura del 5% del suo ammontare lordo per ogni anno di anticipazione rispetto al 60° anno di età. Un’anticipazione, quella ai 55 anni, in ogni caso riservata ai professionisti della politica che abbiano superato la soglia dei 10 anni in Consiglio o che abbiano pagato i contributi, anche volontari, per il raggiungimento delle due legislature piene. Per ottenere il vitalizio invece basta aver trascorso una sola legislatura in Consiglio e nel caso minimo (5 anni appunto) corrisponde ad una cifra pari al 40% dell’indennità base. Ad esempio per l’indennità base di 8.500 Euro (esclusi i rimborsi) l’assegno-pensione sarà di 3.400 Euro netti al mese. L’importo del vitalizio inoltre aumenta progressivamente con l’aumentare degli anni di mandato. Per un consigliere che ad esempio sia riuscito a sedere sugli scranni di Palazzo Campanella per 16 anni consecutivi (e in giro qualche esempio c’è) il vitalizio è pari all’80% dell’indennità base di mandato, dunque attorno ai 6.600 Euro al mese. Una sorta di vecchiaia dorata.
Il Parlamento Europeo
Costi che ai più appaiono senz’altro spropositati, soprattutto quando si affiancano a confronto con quelli delle altre regioni e ancor di più quando il confronto riguarda i deputati al Parlamento europeo che con la riforma dello Statuto in vigore da questa legislatura percepiscono uno stipendio complessivo di circa 7.650 Euro
lordi.
Ma andando ancora più a fondo nel confronto è interessante equiparare lo stipendio dei consiglieri regionali a quello dei loro colleghi pari grado negli altri paesi dell’Unione Europea.
In Francia
Per la tipologia dell’organizzazione statale, il paese confinante a noi più simile è senz’altro la Francia. In Francia, i conseillers régionaux percepiscono un’indennità commisurata alla popolazione delle regioni che rappresentano. Si va dai 1.500 euro mensili delle Regioni con meno di un milione di abitanti ai 2.600 euro per le Regioni con oltre tre milioni di abitanti. Nel nostro confronto la Calabria rappresenterebbe una Regione media con circa due milioni di abitanti ed uno stipendio per i consiglieri di circa 2.000 euro, quasi sei volte in meno che da noi.
In Germania
Diversa la situazione per la Germania che, essendo un Paese federale, riserva ai Länder competenze più numerose ed importanti di quelle attualmente attribuite alle Regioni italiane. Ci si aspetterebbe quindi che i salari dei parlamentari dei Länder tedeschi siano più elevati di quelli italiani, ma naturalmente le cose stanno diversamente. In Germania, i parlamentari dei Länder ricevono salari determinati in base alle leggi regionali: si va dai quasi 2.300 euro mensili di Amburgo ai 9.500 euro della Renania settentrionale-Vestfalia. Il dato medio si aggira attorno ai 4.500 euro mensili. Quasi un terzo dunque dello stipendio di un consigliere calabrese, pur a fronte di un’economia ben più forte e ricca, e di un’efficacia amministrativa di ben altra qualità.
In Svizzera
Infine la Svizzera, altro Paese federale, al quale soprattutto negli ultimi tempi di federalismo imperversante l’Italia guarda come un modello di efficienza. In Svizzera, i Cantoni hanno competenze e poteri molto maggiori anche dei Länder tedeschi, ma i membri dei parlamenti cantonali percepiscono un salario mensile pari a zero euro. In Svizzera la politica non è considerata una professione. Anche i consiglieri comunali ed i parlamentari nazionali non ricevono nessuna remunerazione, ma svolgono le loro professioni di sempre ed al contempo partecipano alle sedute dei parlamenti. Inoltre il tasso di assenteismo è bassissimo se paragonato a quelli italiani.
Contesto sociale
Un altro mondo. I dati calabresi appaiono impressionanti. Ancor di più se in conclusione si analizza in quale contesto si inseriscono. La Calabria ha un tessuto economico completamente smembrato, una crescita praticamente ridotta allo zero, forti tensioni sociali in atto (ed enormi conflitti in vista) sia nel settore pubblico che in quello privato. E’ chiaro che in un contesto simile lo stipendio dorato di un deputato regionale fa ancora più rabbia. Qualcuno dovrà convincerci che il Canton Zurigo, economicamente ricchissimo con una classe politica efficientissima eppure a costo zero, e la Calabria, economicamente e socialmente depressa con una classe politica strapagata ed autoriprodotta, siano entrambe Regioni europee.