Lui ogni mattina le legge la biografia di un santo e praticamente sempre ci scappa qualche altra cosa di ben più peccaminoso...
Vorrebbero avere un bambino ma tra lui che non ha spermatozoi centometristi e lei che ha ovuli che faticano a maturare , non riescono neanche con la fecondazione assistita.
Lei va in crisi e arriva ad andare via di casa, lui fa di tutto per ritrovarla ...
Tutti i santi giorni è il tentativo di adattare all'italian way of life tanta commedia sentimentale giovanilistica americana. Il problema è che gli spazi sconfinati degli States sono sostituiti dalla soffocante periferia romana e l'American Dream è rappresentato qui da un mesto stuntman che si chiama futuro senza prospettive e vita delle occasioni mancate. La strada comune che percorrono Guido e Antonia è il boulevard dei broken dreams, dei sogni spezzati, infranti.
Ma dopo aver introdotto una periferia e vicini di casa che fanno della coattitudine ( si dice? se non si dice licenza poetica) la loro filosofia di vita, Virzì che fa? per paura di far pensare troppo il suo pubblico e di rendergli il film indigesto per troppa critica "sociale" ( le virgolette sono d'obbligo, Virzì è sempre stato un divertito osservatore della nostra realtà ma non ha mai affondato le unghie nella denuncia come sotto mentite spoglie faceva il nostro cinema nella magica stagione della commedia all'italiana ) cerca di edulcorare la pillola, lavandola all'acqua di rose in un film che ha la pretesa di descrivere la realtà di tutti i santi giorni ma che in realtà sembra un romanzetto d'appendice in cui quella che vediamo su schermo è solo uno scimmiottamento di vita vissuta.
Il precariato lavorativo che genera il precariato sentimentale in questo film è una rappresentazione in fondo rassicurante, anche troppo, totalmente disgiunta da quello che vediamo intorno a noi quotidianamente.
Tutti i santi giorni scorre pigramente in maniera un po' anonima ma non del tutto spiacevole con alcune gags che fanno anche sorridere ( tipo gli incontri col ginecologo del Papa, che deve essere uno bravo oppure le gare tra gli aspiranti papà per arrivare alla stanza di raccolta del seme o anche la gag del maniaco sessuale giapponese che fa delle avances a Guido) ma complessivamente mi sembra un passo indietro nella carriera di Virzì anche rispetto a quel La prima cosa bella tacciato da tutto il globoterracaqueo di fastidioso buonismo.
In Tutti i santi giorni il buonismo c'è tutto ed è anche mascherato in maniera un po' goffa.
Peccato per quel retrogusto amarognolo che non si riesce a sentire neanche dopo aver lasciato sedimentare adeguatamente il film.
Avrebbe decisamente giovato.
Perchè in fondo la realtà che stiamo vivendo è un po' il contrario di quello che vediamo in Tutti i santi giorni: amara e se siamo fortunati si riesce a sentire un retrogusto dolciastro che incita ad andare avanti alla ricerca di tempi migliori....
( VOTO : 5,5 / 10 )