Sembra una di quelle frasi che si trovano nei biscotti della fortuna che ti danno al ristorante cinese, vero? Proprio così. Mia figlia ha scartato il biscotto della fortuna e poi ci ha letto questo messaggio che, guarda il caso, capita proprio a fagiolo. Mi stavo giusto augurando che in controtendenza con il destino dei suoi predecessori famigliari mia figlia possa vedersi ripagata del suo impegno che mette nelle cose, che a differenza di suo papà è unito a una discreta attitudine, negli studi come nello sport. A scuola è molto brava, almeno lo è stato fino ad ora, e la sua squadra di pallavolo è seconda in classifica e, come potete immaginare, non so come gestire emotivamente questa cosa. Io non ho mai raggiunto risultati di questo tipo per limiti naturali e per scarsa resa. Avere un ossessivo senso del dovere per portare a termine gli impegni ma senza badare alla qualità di ciò che si ottiene non serve a nulla, o meglio serve solo a far stare buona la coscienza rassicurandole che la nostra parte l’abbiamo fatta mentre chi ti sta accanto ti piglia per un maniaco compulsivo, un segnale che man mano che invecchi sarà sempre peggio. A questo si aggiunge l’approccio di stare sempre da parte per non disturbare, sapete come siamo noi timidi, il che è il migliore alibi per i più spregiudicati per farsi scegliere in caso di bisogno e dare prova al mondo di quanto sono bravi. Che poi non è detto eh, cioè magari se mi avessero chiamato a dimostrare quello di cui sono capace avrei fallito miseramente. Ma non importa davvero. Ora è il tempo di mia figlia e della sua generazione, se non fosse che anche lei ha preso un po’ di questa luce nera che è un po’ la nostra maledizione: quando c’è da elogiare qualcuno chi prende le decisioni tende a preferire quelli più estroversi. D’altronde, chi ha voglia di cercare le cose di valore in profondità? Non c’è tempo e il risultato – per loro – è lo stesso. Ecco, bimba mia. Io voglio fare qualsiasi cosa, questa volta, affinché tutti i tuoi sforzi siano ricompensati con il successo, e il successo non è certo soldi e fama, chissenefrega, ma quella sorta di applicazione di una giurisprudenza di fantasia, quella a cui ci rivolgiamo quando ci sentiamo delusi. Che tanto non esiste e, quindi, non ci costa nulla. Al massimo, un piatto d’asporto al ristorante cinese, giusto per avere un biscotto della fortuna in omaggio.
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