Tutti parlano del taglio alla spesa pubblica per uscire dalla crisi, è un equivoco. E’ la spesa della politica da tagliare non la scuola ed i servizi. Ridurre i politici ed i loro costi.

Creato il 08 aprile 2012 da Slasch16

Senza contare benefit, stipendi, diarie, regalie, degli eletti. Senza contare i doppi, tripli, incarichi dei più esosi i partiti in 18 anni hanno incassato 3 miliardi di euro, in lire non li so leggere ma sono: 5.808.810.000.000.
Destra o sinistra che sia, compresa la sinistra fuori dal Parlamento, hanno incassato contro il volere del  referendum popolare che li aveva aboliti i finanziamenti travestiti da rimborsi elettorali.
Come li abbiano usati non mi interessa, nel senso che spetta alla legge scoprire e condannare i ladri, ma una cosa è certa che la destra ed in parte la sinistra hanno tagliato la spesa pubblica, scuola, sanità, servizi, per contenere i costi della crisi senza mai intaccare il loro portafogli. Non parliamo poi delle tasse al popolino, dirette ed indirette, mentre loro si comprano appartamenti, terreni e sistemano la faglia ed i loro eredi per tutta la vita.
E’ ora di finirla.
Guidalberto Guidi, ex vicepresidente di Confindustria e numero uno della Ducati energia, ripete quello che Confindustria dice da anni: tagliare la spesa pubblica corrente. Tradotto in italiano significa tagliare le spese di sostegno ai poveretti, le pensioni, i servizi.
Significa inoltre, anche se non in modo esplicito ma tra le righe, privatizzare l’acqua e servizi come sanità, trasporti e quant’altro per privatizzare, cosa tra l’altro che Comunione e Liberazione fa da decenni in Lombardia dove è dentro a tutti gli appalti della sanità, dell’assistenza agli ammalati comprese le pulizie degli ospedali. A dare loro gli appalti ci pensa Formigoni il quale ha messo a guida degli ospedali pubblici una marea di ciellini che non bastano cinque oratori, grandi, per contenerli.
Si sa che con l’invecchiamento della popolazione servizi ed assistenza diventano un piatto appetibile per chi ci vuole guadagnare e la strada per farlo è abolire la spesa pubblica in questo campo per trasferire il profitto in quello privato.
Basta vedere quanto costa  un vecchietto in una casa di riposo privata, rende di più che vendere un centinaio di automobili, oppure vedere quanto costa un bambino che va all’asilo privato. In Brianza, quando ci abitavo io, c’erano solo asili privati delle suore e preti, non credo che oggi sia cambiato di molto anche se sono passati 36 anni.
Una cosa è certa che il complesso scuole private del santissimo Cuore di Gesù vicino a casa mia comprende un isolato e mezzo e meno male che il cuore di Gesù è santissimo altrimenti prendeva da tutta Via Palmanova sino a Viale Monza.
Al mattino la fila in entrata di automobili che portano i bambini inizia alle sette e sino alle 8,30 passeranno più di 800 milioni di euro di Porsche Cayenne, Suv e monovolumi vari. Ogni tanto c’è qualche infiltrato con la Punto costretto, o convinto, che la scuola privata cattolica sia meglio di quella pubblica. Una cosa è certa, come parcheggio dei figli è senza dubbio migliore, ha un orario più esteso e non fa niente se per un’ora a guardare una cinquantina di ragazzini c’è una suora di 82 anni, o giù di lì.
L’importante è avere trovato il parcheggio per i figli per poter andare a lavorare per pagarlo.
Le tasse locali sono a cifre scandalose grazie ai tagli del governo di centrodestra che ha tagliato come piace a Confindustria, ad oggi, risulta che sia un salasso da 1230 euro a testa.
A tutto questo va aggiunto l’aumento della benzina, i ticket, l’aumento dell’Irpef ed il taglio di pensioni e stipendi ed i maggiori costi per il taglio dei servizi essenziali, quelli pubblici che la Confindustria considera solo una spesa e non un investimento.
A me non interessa sapere se Lusi ha rubato  all’insaputa di Rutelli o no, se la lega era al corrente delle ladrate della famiglia Bossi e del cerchio magico, intorno a Bossi, che cantava ad ogni occasione Roma ladrona.
Mi interessa sapere che sono soldi nostri, che mancano dalle nostre tasche e dai nostri servizi, dalla scuola pubblica alla sanità ed i trasporti e questa gentaglia li buttava via per comprare una laurea ad un idiota, già mantenuto da noi, ed ad una ignorante come Rosy mauro ed al suo amante rokkettaro.
Il finanziamento pubblico ai partiti era nato cone difesa della democrazia dopo il fascismo, per dar modo a tutti di poter fare propaganda e politica, un gesto di alta democrazia altrimenti la politica sarebbe stata appannaggio esclusivo della borghesia, de dell’imprenditoria, in poche parole pensionati, lavoratori, e povera gente non sarebbe stata rappresentata da nessuno.
Poi ha degenerato, ha deragliato, e non ci metto in conto la corruzione e le mazzette altrimenti sarebbero da fucilare nella pubblica piazza.
Oggi quasi tutti hanno internet, leggono i giornali  e ritengo che i finanziamenti alla politica vadano aboliti, per fare politica bastano i volantini in piazza, nei luoghi di lavoro, i giornali che io continuerei a sostenere per una pluralità di informazione ma solo se a diffusione nazionale, chiaro che il Campanile di Mastella non deve prendere un centesimo.
E poi c’è internet, Bersani, Casini, Alfano, e tutti gli altri potrebbero entrare nel pc di ognuno di noi che, naturalmente, accetti di iscriversi alla news letter.
Ho una stima immensa della politica, un po’ meno dei praticanti della politica, basti pensare che un fannullone finto farmacista ha fondato un partito partendo dall’intestino della gente ed ha costruito un impero che, come quasi tutti gli imperi, è finito in disgrazia. Alludo alla lega, altrimenti i mie affezionati lettori leghisti non capiscono.
Non riesco a chiamarla Casta della politica perchè hanno fatto politica anche i Padri costituenti davanti ai quali dovremmo toglierci il cappello, ha fatto politica Zaccagnini, Pertini, Moro, Berlinguer, Pajetta, ed altissime figure della resistenza, cultura, che  hanno rappresentato la parte migliore e dignitosa del Paese.
I politici non sono tutti Scilipoti, Gaspatti, Cicchitto, Cosentino o La Russa e non vanno messi tutti nella stessa cesta, o casta.
Confindustria finge di volere i tagli della politica mentre vuole i tagli della spesa sociale, della solidarietà, delle pensioni anche perchè il primo socio dell’imprenditore è il politico che gli affida gli appalti, sparano nel mucchio per distrarci in realtà vogliono privatizzare servizi, sanità, scuola e quant’altro per farci diventare tutti come gli americani.
Confindustria non è al nostro fianco per tagliare gli sprechi, è una recita, finge di essere indignata come noi per trasformare i costi della solidarietà civile in profitti delle società, o cooperative, private.
Non cadiamo nel tranello altrimenti Montezemolo fonda un partito e migliaia di lavoratori corrono a dargli il voto perchè ritengono, sbagliando, che sia  un bravo imprenditore. Abbiamo già visto il bravo imprenditore prestato alla politica nell’ultimo ventennio e, qualcuno, ci ha messo 15 anni per rendersi conto che era, è, un bandito della P2. Quello della tessera 1816.
Errare è umano, perseverare è diabolico.  



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