Sky vorrebbe valorizzare i contenuti di Cielo in un punto più favorevole dello zapping e per questo sta studiando i dossier e le possibili manovre per sbarcare nei primi nove numeri.
Stessa cosa per Discovery, che punterebbe a portare più avanti Real Time (ora relegato al 31 del dtt), certa di sfondare quota 2% di share in quella posizione.
De Agostini, che già contribuisce al 15% del fatturato di Mtv (1,2 mln sui complessivi otto milioni del primo trimestre 2013, grazie alla raccolta del canale Super di De Agostini da parte di Mtv pubblicità), ha voglia di grande tv, mentre la Prs di Alfredo Bernardini de Pace, forte sul fronte pubblicitario, punta proprio su questo know how per rilanciare i conti dell'ex canale musicale.
Telecom Italia Media, che controlla il 51% di Mtv Italia, ha fatto ufficialmente sapere, attraverso il suo presidente Severino Salvemini, che «è abbastanza ovvio che TiMedia non abbia un interesse particolare a rimanere nel business della tv, perlopiù con un asset come Mtv, condiviso quasi al 50% con un altro socio. Stiamo cercando di valorizzare al massimo Mtv, attraverso colloqui col mercato»
Mtv al tasto 8 ha uno share medio dello 0,52% sul target individui, dell'1,4% sul segmento obiettivo 15-34 anni, e nelle ultime settimane sta performando abbastanza bene sul fronte delle audience. Purtroppo è sul fronte dei conti che le cose si son messe al brutto: dopo anni di utili, da qualche trimestre Mtv produce perdite (ebit negativo per 5,2 milioni di euro nel periodo gennaio-marzo 2013), senza grosse prospettive di invertire la tendenza. La pubblicità, unica fonte di ricavi, soffre in Mtv (come dappertutto): al tasto 8 ha raccolto appena 3,7 milioni di euro nel primo trimestre 2013. E inoltre il nuovo piano editoriale, che ha trasformato Mtv in una tv generalista (per conservare la posizione 8), comporta un aggravio dei costi di palinsesto. Tuttavia il personale si è molto ridotto: 115 dipendenti, rispetto ai 148 di fine dicembre.
Il destino naturale di Mtv era quello di finire al 100% nelle braccia di Viacom, che già ne controlla il 49%. Ma nelle ultime settimane gli americani si sono un po' raffreddati: non scommettono tanto sul mercato italiano, ed ecco, quindi, arrivare anche nuove proposte. Il gruppo Discovery, a fine luglio, si fonderà ufficialmente con Switchover media (già rilevata da tempo), dando vita a un'unica società. E limate le ultime questioni di governance avrà anche più tempo da dedicare a eventuale shopping.
Diversa la situazione sul fronte Deejay tv. Se da un lato va sottolineato che il gruppo Espresso, a livello televisivo, ha raggiunto 28,4 mln di ricavi nel 2012 (molti derivanti dall'attività di affitto banda), con un risultato operativo negativo di 8,8 milioni di euro (un rosso che è stata la costante di tutti i bilanci del piccolo schermo da quando il polo editoriale di Carlo De Benedetti ha fatto il suo ingresso nella tv, a fine 2004), dall'altro lato va evidenziato che nei giorni scorsi il gruppo stesso ha smentito categoricamente l'ipotesi, alimentata da indiscrezioni di stampa, di una joint-venture televisiva con Sky.
Sul tavolo, di certo, c'è il problema della la numerazione 8 e 9, ovvero l'unico buon motivo per cui varrebbe la pena comprare: il Consiglio di stato aveva annullato una passata delibera dell'Agcom favorevole alla conservazione della attuale numerazione, poiché Mtv e Deejay tv non potevano essere considerate generaliste come le emittenti storiche (locali o macroregionali) che sono generaliste da anni, prima dell'avvento del digitale terrestre. Poi, tuttavia, l'Agcom, lo scorso 21 marzo, aveva nuovamente confermato la numerazione 7-8-9 a La7, Mtv e Deejay tv. Facendo nuovamente scatenare ricorsi al Consiglio di stato sia da parte di emittenti locali, sia da gruppi macroregionali come Telenorba. L'ultimo a decidere sul tema sarà il ministero dello sviluppo economico, che ora ha in mano il boccino e dovrà dare il suo parere in tempi, però, previsti piuttosto lunghi.
Regna, perciò, l'incertezza: e questo potrebbe rallentare un eventuale passaggio di mano delle tv che ora occupano una posizione tra le più favorevoli sul telecomando, entro i primi nove numeri.
Claudio Plazzotta
per "Italia Oggi"