Tutti pazzi per rose
Creato il 01 giugno 2013 da Veripaccheri
Tutti pazzi per Rose - Populaire
di Regis Roinsard
interpreti, Bérénice Bejo, Miou-miou , Mélanie Bernier, Romain Duris, Déborah François
Francia, 2012
genere, commedia
durata, 90'
Che l'autostima non fosse mai mancata al cinema francese è un fatto
ormai noto, perché la fiducia nei propri mezzi è una prerogativa
naturale di quel popolo. A rafforzarla ulteriormente ci ha pensato una
lunga striscia di affermazioni capaci di varcare i confini nazionali,
per sostituirsi addirittura ad Hollywood, nella produzione di opere
citazioniste ("The Artist") e di prodotti derivativi (il dittico legato a "Taken").
In questo senso un film come "Populaire" sembra fatto apposta per
confermare all'ennesima potenza e per diversi motivi questo tipo di
affermazione. Il primo, quello principale, risiede nel fatto che la
storia d'amore raccontata dal film francese sembra un'invasione di campo
nell'immaginario di un certo tipo di commedia che negli anni d'oro del
cinema americano era frequentata da gente del calibro di Rock Hudson e
Doris Day. E secondariamente perchè la riscoperta delle ingenuità e dei
colori del technicolor che è possibile ritrovare nel film di Regis
Roinsard trova terreno fertile e, quasi, si sovrappone nel continuare a
rilanciare in termini di confidenza e di spendibilità sul piano del
mito, quegli anni 50, resi epici da un serial-tv come "Mad Men".
Un'impresa non da poco quella di rivaleggiare con un bagaglio
iconografico e di tradizione così importante come quello americano,
mantenendo un punto di vista tutto francese sulla materia messa in
scena. È, infatti, vero che se la relazione tra Rose e Louise è scandita
da una forma di spettacolo che punta molto sull'intrattenimento e
l'empatia dei personaggi, e che l'incipit della storia, ovvero l'idea
che Rose attraverso l'allenamento messo a punto da Louise possa
diventare una campionessa di dattilografia, con la scalata al successo
costellata da altrettante cadute e resurrezioni, facendo assomigliare
"Populaire" ad una versione in gonnella di "Rocky", è altresì certo che
la decostruzione operata sul genere, mascherata abilmente durante tutto
il corso della pellicola e poi tirata fuori solo nella scena finale, con
una battuta conclusiva - "agli americani il business ai francesi
l'amore" - che sembra prendere le distanze da una pura operazione
imitativa, certificando il sapore transalpino dell'intera operazione.
Ma
"Populaire" non finisce qui, perché, oltre all'abilità di coinvolgere
lo spettatore dal punto di vista visivo, con una ricostruzione d'epoca
frizzante e variopinta, ed emotivo, con saliscendi umorali legati ad una
dialettica da "battaglia dei sessi" sul tipo di quella che animava i
duetti tra Spencer Tracy e Katherine Hepburn, il film francese è bravo a
modulare i toni del racconto. Così, se nella prima parte del film,
quella che introduce i personaggi e li definisce nella loro schermaglia
amorosa, le atmosfere sono giocose e scanzonate - basterebbe citare la
sequenza del colloquio per il posto di lavoro in cui l'aggressività
delle concorrenti più smaliziate dà modo a Rose di far vedere con un body language da commedia splapstick
il suo carattere insieme ingenuo e determinato - nella seconda, la
vicenda si fa commovente e carica di trepidazione, soprattutto dalla
parte in cui Louise arriva a farci credere di poter fare a meno della
sua amata pupilla - per la scoperta dei motivi che impediscono al
ragazzo di lasciarsi andare alla passione di quel legame. Certamente non
mancano i difetti, come quello di esagerare con gli ammiccamenti,
soprattutto sul versante femminile e di scegliere un'interpretazione
maschile un po' troppo monocorde per i tormenti che il ruolo lascia
presuppore. Ma in definitiva sono mancanze lievi, che non alterano di un
millimetro empatia e godibilità.
Recitato da uno dei campioni
del cinema d'oltralpe, quel Romain Duris oramai convertito ad un
eclettismo che gli permette di passare senza soluzione di continuità da
un cinema d'autore come quello di Jaques Audiard ("Tutti i battiti del
mio cuore", 2005) a quello disimpegnato e ridanciano di titoli come "Il truffacuori"
(2011), e, soprattutto, da una partner femminile, Mélanie Bernier,
capace di recitare con lo sguardo e di rivaleggiare in termini di
empatia con la Bérènice Bejo di "The Artist"(2011), qui in un ruolo
secondario ma fondamentale nell'economia del film, "Populaire" non farà
nessuna fatica a continuare a camminare lungo i sentieri dorati del
cinema francese.
(
pubblicata su ondacinema/speciale festival di Roma 2012)
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