Tutti si muovono nel mondo celtico. E a Viadana?

Creato il 08 marzo 2012 da Ilgrillotalpa @IlGrillotalpa

L’ultima notizia in ordine di tempo è l’ingaggio di Mark Anscombe da parte dell’Ulster, sarà lui il nuovo coach per i prossimi due anni. In precedenza c’era stato l’annuncio dell’arrivo di Dan Parks nella “povera” Connacht. Munster cambierà allenatore. E poi ogni giorno ormai è un continuo via-vai di notizie di conferme, prolungamenti di contratto, acquisti, eccetera eccetera… Il mondo celtico, quello che gira nella Pro12, si sta muovendo. Anche Treviso, silenziosamente, si sta preparando alla prossima stagione: si attende l’annuncio della conferma di Franco Smith alla guida dei biancoverdi, i “big” corteggiati da alcuni importanti club europei (Zanni, Ghiraldini, Cittadini e non solo) dovrebbero rimanere tutti. Forse nella Marca non ci saranno arrivi di grossi nomi, ma una importante infornata di giovani di ottime prospettive, visto che si parla da tempo dell’interessamento per i vari Morisi, Esposito, Campagnaro. Ciliegina sulla torta dovrebbe essere quel James Ambrosini che anche in federazione pare stiano tenendo d’occhio visto che con lui si potrebbe risolvere per qualche anno il problema mediano d’apertura anche in chiave azzurra.

Bene, e gli Aironi? Nulla, tutto tace. La franchigia è alle prese con una profonda crisi: di risultati, tecnica, economica e societaria. Diventerà sempre più “federale”? Probabile. La FIR interverrà economicamente per risollevare le casse, normale che la sua voce diventi più forte. Probabilmente abbastanza da imporre anche un nuovo staff tecnico. Quello attuale è comunque in scadenza di contratto e difficilmente verrà confermato. I nomi sono quelli che circolano da tempo e si va dal duo Troncon-Orlandi a Craig Green fino ai francesi Gajan e Delmas, ma sorprese potrebbero essercene.
Nulla invece si sa sul parco-giocatori, se non che in molti hanno bussato alla porta di Treviso (e non viceversa, come invece da qualche parte si vorrebbe far credere) e il caso-De Marchi sarebbe solo la punta dell’iceberg. C’è da capirli: la situazione in riva al Po è caotica e il rischio di rimanere impantanati e perdere anni importanti di carriera è decisamente alto. Bisogna che a Roma si diano una mossa: decidano al più presto il da farsi e ci si muova a farlo diventare realtà nel minor tempo possibile. Che comunque sono già in ritardo.


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