Tutti startupper?

Creato il 15 ottobre 2015 da Propostalavoro @propostalavoro

Parlando di lavoro, si tende a prestare particolare attenzione alla popolazione giovanile, il cui tasso di disoccupazione, seppur in lieve calo, rimane al di sopra del 40%.

Eppure, malgrado i risultati non ancora del tutto incoraggianti, qualche spiraglio sembra aprirsi, in particolare per quanto riguarda l'imprenditorialità: i dati raccolti dal Censis nella sua indagine "Vita da Millennials" mostrano una vera e propria fioritura di startup e microimprese guidate da under 35, soprattutto nei campi dell'Information Technology e della Ricerca.

Sono notizie che ci rincuorano, e che vendicano l'onore di una generazione dall'enorme potenziale, troppo a lungo gratificata da appellativi quali "bambocciona", "choosy", e simili da alcuni esponenti politici e da una parte dei media.

Sono, tuttavia, anche segnali che sembrano dar ragione a chi vede nel "farsi da sé" la strada maestra per uscire dal pantano in cui in tanti ci dibattiamo.

Insomma, come a volte si sente dire,

Se il lavoro non c'è, createvelo!

Ma è davvero così?

Personalmente, ritengo una simile visione alquanto riduttiva.

Ripercorrendo le carriere dei grandi innovatori degli ultimi anni, non possiamo fare a meno di notare il vigore e la dirompenza della loro visione: si tratta di persone animate da veri e propri ideali, desiderose di produrre un impatto radicale sulla società, di dare vita a qualcosa di completamente nuovo.

Non è da tutti: per ogni nuovo Steve Jobs troviamo un migliaio di persone competenti, ma prive dell'abilità e dell'interesse necessari per affrontare un percorso tanto arduo.

Fondare un'impresa, con i rischi che ciò comporta, non può essere un semplice ripiego, si rischierebbe una vera e propria ecatombe in un mercato già abbastanza duro e competitivo anche per chi vi entra con convizione e passione.

E il cambiamento non deve passare necessariamente per le startup: perché, ad esempio, non valorizzare la figura dell'Intrapreneur, promotore del Nuovo all'interno di realtà già esistenti?

Dirottare i giovani verso un Eldorado tanto vago, nascondendo – per così dire – la polvere sotto il tappeto, non può essere la panacea di tutti i mali.

Saluto con soddisfazione e con ottimismo gli annunci del Censis, dimostrano l'intraprendenza e il dinamismo ancora vivi tra i nostri connazionali.

Ma è meglio lasciare una simile strada a chi davvero si sente pronto ad affrontarla.

Andrea Torti