Orbene, che le istituzioni deputate alla tutela e valorizzazione del vino trentino abbiano fatto troppo poco negli ultimi anni per spiegare alla gente cosa bere, come bere e quanto bere (insomma bere meno, ma meglio), è ragionamento che ci sta tutto. Che altre istituzioni si preoccupino della tutela della salute pubblica è valore costituzionale. Che però qualcuno di queste istituzioni prenda, o meglio riprenda la solita scorciatoia dove alcol = vino = morte non meriterebbe altro che una proposta di trasferimento in luogo dove non si può fuorviare o nuocere. Come si fa, infatti, a non riconoscere al disagio giovanile (perché è lì che la piaga è più grave) la causa della situazione imputando invece strabicamente allo smodato consumo di alcolici ogni colpa? E per giunta prendendo il vino come capro espiatorio facendo finta di non sapere cosa bevono effettivamente i ragazzi e che pasticche masticano?
E’ la società, caro dottor Pancheri, che deve dare risposte costruttive a chi non trova di meglio che rifugiarsi nei succedanei dei valori veri (fumo, alcol o droga che sia). Con grande fatica talvolta, noi ci sentiamo parte di questa società e per questo siamo impegnati a migliorare la qualità della vita anche lungo la filiera vite-vino-consumo. Si impegni anche lei a seguire la strada principale senza inforcare scorciatoie.