Tutto è pronto in Uganda per il 18 febbraio per le prossime presidenziali

Venerdì, 18 febbraio, gli ugandesi si recheranno alle urne per eleggere anch'essi il loro presidente.

I candidati, che si fronteggeranno, sono due : il presidente uscente Yoweri Museveni e Kizza Besigye del Partito per il Cambiamento Democratico.

Quasi certamente uscirà dalle urne vincitore Museveni ma Kizza Besigye che anni fa ha combattuto fianco a fianco con Museveni nell'Esercito di liberazione nazionale, per scacciare  il dittatore Tito Okello, non si dà per vinto e minaccia apertamente di destabilizzare il Paese se i risultati non saranno, come auspica, a suo favore.

Non è la prima volta che Kizza Besigye sfida Museveni,uscendone sconfitto. Così come la Corte Suprema alle sue accuse di brogli ha sempre risposto picche.

Dal canto suo Musevenire spinge i toni minacciosi dell'avversario e ribatte che al momento non c'è alcun pericolo di rivolte popolari nel Paese e, se Besigye o altri come lui proveranno a creare disordini, la soluzione immediata per loro sarà  il carcere.

Museveni è presidente dell'Uganda dal 1996 e la sua presidenza nel primo periodo è stata, occorre dirlo, più che positiva in quanto egli ha letteralmente rimesso in piedi il Paese sul piano politico,  militare, dell'istruzione e della sanità.

Basta solo ricordare la campagna capillare nelle molte città ma anche in ogni villaggio rurale del territorio ugandese, cui diede vita per combattere la piaga dell'Aids.

Museveni non fa mistero del fatto che si prefigge di governare  per altri cinque anni l'Uganda per migliorarne strutture e servizi  ulteriormente e per favorire il cammino democratico.

Su quest'ultimo punto,  cioè il cammino democratico, non tutti gli osservatori però concordano in quanto nei mandati successivi al primo (1996-2001) l'uomo si è sempre più mostrato rigido, sordo al dialogo e  decisamente autoritario. 

Intanto i supporter dei candidati alle presidenziali, quasi sempre noti personaggi del mondo della musica, sono già schierati in questi giorni ciascuno a sostegno del proprio leader in modo da farlo conoscere ai propri fans, specie i giovani, che sono proprio tanti e indurli  così a dare il voto.

Insomma la macchina elettorale ,con tutte le accortezze del caso, è ampiamente in moto.

                           Marianna Micheluzzi (Ukundimana)