Tutto ebbe inizio da qui…

Da Gattolona1964

Dopo aver ricostruito per iscritto gli alberi genealogici delle mie origini, necessari per accedere a quel “COLLOQUIO PER CONSULENZA GENETICA”, di cui ai due articoli pubblicati in precedenza, (sapere, conoscere, essere informati, diffondere…ndr) mi è piombata addosso una necessità fisica di rivedere i miei avi. Ho bisogno di ritrovare le mie origini, il sangue del mio sangue, i due rami dai quali sono nata. Il ramo Schianchi, da parte paterna, ed il ramo Fornari da parte materna. Conosco bene i visi ed i corpi dei miei predecessori, anche se come scrivevo li ho frequentati molto poco. Fortunatamente la mia famiglia ha tenuto le fotografie, materiale importantissimo per la ricostruzione della nostra vita. Ciò mi permetterà di compiere  un salto all’indietro di più di un secolo per  osservare e confrontarmi con quelle sembianze, quei sorrisi austeri, quei visi di persone belle e pulite. Rivedrò le loro abitudini, il loro abbigliamento, che occupazioni avevano e come hanno celebrato le loro Nozze. Rivedrò i cugini e le cugine che oggi hanno mediamente dai cinquantacinque agli ottantacinque anni, rivedrò le divise degli uomini che hanno fatto i soldati e la carriera militare. Bacerò le piccole foto,soprattutto quelle del mio papà e della mia nonna. Ho rivisto che molte di loro erano di un formato mignon cioè cm 6,5 x cm 8,00 e sono quelle che si usava spedire all’innamorata/o, un specie di formato tessera o tascabile, per essere conservate in seno dalle donne e dentro al portamonete dagli uomini. Con fame e bramosia di conoscenza,  sono ricorsa all’archivio storico SCHIANCHI/FORNARI, nonchè al museo vivente di famiglia, cioè colei che tutto conservò e mai nulla buttò: mia sorella Giuliana. Poc’anzi mi sono fatta consegnare tutto il materiale fotografico racchiuso negli album fotografici e poco per volta, ripercorrerò il tragitto che mi ha portata sino ad oggi. Questa sono io, se sono qui con vo iè grazie a loro. Se scrivo è perchè a qualcuno di loro piaceva molto la scrittura, ora ve li farò conoscere.No ndevo dimenticarmi che sono realmente esistiti, nacquero e vissero e morendo hanno fatto da tramite tra loro e la mia persona. Tutti loro avrebbero avuto paura e timore di questri strumenti e non avrebbero di certo immaginato di finire un giorno su un blog!  Non dovete aver paura di questo strumento cari nonni, io vi prendo per  mano e non vi abbandono. Facciamo conoscenza? “Io sono fabiana, la figlia più piccola di Antonio e Bianca, e voi chi siete?”

Parto con l’unica e sola foto dei nonni paterni. La foto originale è a cartoncino rigido, è stata restaurata e perchè era piegata in due parti. Si tratta di: Schianchi Giovanni e Fornari Elvira. Nati alla fine del milleottocento e morti verso il 1927/1930 circa. Genitori di tredici figli, tra i quali l’ultimo della nidiata, era il mio papà Antonio. Nonna Elvira, dopo tredici gravidanze e tredici parti, morì molto giovane, mi pare verso i cinquanta anni. Si diceva che morì per quella patologia che oggi chiamiamo “enfisema polmonare”, curabile con gli antibiotici. Mio padre però, ha sempre sostenuto che ella è morta per le troppe gravidanze, le emorragie, le infezioni per le norme igieniche pressochè inesistenti. Ha trascorso i suoi anni allattando e rimanendo gravida di un marito/padrone, che mio padre non amava per niente. Diceva che ingravidando la moglie così tanto le aveva ucciso la sua mammin. Papà Antonio aveva solo sette anni, quando la madre morì, lasciandolo solo con fratelli maschi che non lo volevan otra i piedi. lo crebbe una sorella per la quale ha sempre nutrito affetto ed amore materno. Non  perdonò mai a mio nonno di aver abusato della moglie in modo reiterato e progressivo sino a farla morire “di stenti e di collassi”. La nonna, per le continue gravidanze si era indebolita ad un punto di non ritorno! A mio padre  è mancata moltissimo questa figura essenziale per un bambino, ha cercato la sua mamma e l’ha chiamata sino alla giorno della sua morte: l’otto dicembre duemilaesette, quando aveva ottantotto anni. Ricordiamoci che si partoriva in casa o nella stalla, con il solo aiuto di una “levatrice” (ostetrica). Se chiamavano il medico condotto, era una questione molto seria, il bimbo poteva essere podalico, c’era il ballo la vita o la morte per la madre o per il nascituro. Dei tredici Schianchi, sappiamo che erano tutti di razza molto chiara come carnagione, di provenienza toscana e ancor prima arrivavano dalla Germania. Tutti biondi con gli occhi azzurri, solo dieci ebbero vita molto longeva, i tre più deboli morirono piccini. Passo ora a rivedere sorridendo di nostalgia, i nonni materni: Fornari Aldo e Corvini Ione, nati lui nel 1900 e lei nel 1899. Lui morì a trentatre anni per tifo, oggi curabile e la mia adorata nonna, l’unica dei quattro che ho conosciuta è morta nel 1977 per tumore allo stomaco. Nonna Ione abitava e morì nella mia casa di Rivalta, io dormivo con lei nel grande lettone a barca. Quando si ammalò di tumore, mamma Bianca non volle più che io dormissi con lei, quasi come se il tumore potesse contagiare un’altra persona, ma non si trattava di un’influenza! Avevo tredici anni e ricordo tutto con precisione, anche la notte nella quale esalò l’ultimo respiro. Mi mancano moltissimo nonna Ione e papà Antonio, loro lo sanno e mi rivolgo a loro tutti i santi giorni, per avere protezione e consigli per me e per i miei figli. Eccoli qua:Aldo e Ione, le foto centrali sono datate 1919 e nel retro, recano la scritta: cartoline postali. Mostrano i nonni che “posavano” in uno studio fotografico di Parma, molto probabilmente si erano appena sposati. L’abbigliamento, i visi non sorridenti, la pettinatura di nonna, il cravattone del nonno, tutto in queste fotografie parla della serietà che li contraddistingueva: Sono foto molto ingiallite e strappate che meritano molto rispetto, hanno quasi cent’anni!!Concludo questa prima carrellata dei ricordi, con colei che mi sta facendo ripercorrere un lungo pezzo di strada, la detentrice dell’archivio di famiglia: mia sorella Giuliana, all’età di 5 anni. Alle prossime foto, per imparare chi sono e da dove vengo!

Note storiche:

La famiglia SCHIANCHI dal 1880 è stata proprietaria dell’omonima azienda agricola, chiamata ora “La Porchetta”, tramandata di padre in figlio, sita ancora oggi nel piccolo borgo chiamato Case Schianchi , all’interno del comune di Langhirano capitale del prosciutto di Parma.



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