A sostegno della tesi che le rivolte popolari in Tunisia, in Egitto e in Libia nascono “laiche” e che almeno fino ad ora non mostrano di aver subito significativi condizionamenti di parte islamista, si rileva che neppure una bandiera americana è stata bruciata in piazza, né a Tunisi, né al Cairo, né a Bengasi. Il rilievo dev’essere di notevole valore se un giornale che si sta spendendo molto in questi giorni a rappresentarci come estremamente serio il rischio di una deriva islamista dei moti che agitano il Nord Africa – e parlo de Il Foglio – pubblicava ieri una foto come quella che riporto qua sopra.Foto scattata a Ramallah, in Cisgiordania, a più di 500 km dal Cairo, a più di 1500 km da Bengasi, a più di 2000 km da Tripoli, a quasi 2500 km da Tunisi. D’altronde, quando si deve dimostrare l’indimostrabile, tutto fa brodo.
A sostegno della tesi che le rivolte popolari in Tunisia, in Egitto e in Libia nascono “laiche” e che almeno fino ad ora non mostrano di aver subito significativi condizionamenti di parte islamista, si rileva che neppure una bandiera americana è stata bruciata in piazza, né a Tunisi, né al Cairo, né a Bengasi. Il rilievo dev’essere di notevole valore se un giornale che si sta spendendo molto in questi giorni a rappresentarci come estremamente serio il rischio di una deriva islamista dei moti che agitano il Nord Africa – e parlo de Il Foglio – pubblicava ieri una foto come quella che riporto qua sopra.Foto scattata a Ramallah, in Cisgiordania, a più di 500 km dal Cairo, a più di 1500 km da Bengasi, a più di 2000 km da Tripoli, a quasi 2500 km da Tunisi. D’altronde, quando si deve dimostrare l’indimostrabile, tutto fa brodo.
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