Tutto può cambiare – Begin Again: Musica, arte , vita. Torna il regista di Once

Creato il 17 ottobre 2014 da Oggialcinemanet @oggialcinema

Il commento di Elisabetta Bartucca

Summary:

Tutto può cambiare – Begin Again: Musica, arte , vita. Torna il regista di Once

Può una passione salvarti/cambiarti la vita? A volte sì, può succedere.

In “Tutto può cambiare” (distribuito in sala dal 16 ottobre da Lucky Red) a farlo è la musica: strimpellata per strada, esibita in un fumoso locale newyorchese, cantata sulla terrazza di una metropoli o incisa in un improvvisato studio di registrazione.

Quella che ispira, rivela, accompagna e che sul grande schermo diventa protagonista soprattutto se a orchestrare il tutto c’è John Carney: qualcuno lo ricorderà per Once, il film rivelazione del Sundance Film Festival nel 2006, candidato ai Grammy per la colonna sonora e vincitore di un Oscar per la miglior canzone. Irlandese di Dublino, classe 1972, ex bassista del gruppo rock The Frames, Carney regala al suo pubblico un’altra storia di incontri fortuiti: due destini che si incrociano per caso, imparano a conoscersi e si lasciano scoprire dalla musica. Uniti dalle note e da quella densa, frenetica zona bianca che ci sta in mezzo: la vita.

Protagonisti di questo lungo intimo viaggio tra le solitudini dell’underground metropolitano Greta (Keira Knightley), ex ragazza della rock star Dave (Adam Levine), e Dan (Mark Ruffalo), un produttore discografico in crisi e ormai squattrinato. Il loro incontro casuale nel corso di una calda estate newyorchese diventerà l’occasione per entrambi di ricominciare a credere nei propri sogni. Presentato in anteprima allo scorso Giffoni Film Festival, “Tutto può cambiare” è una commedia intima sulla falsa riga dell’ormai prolifera tradizione del cinema indie, il risultato del lavoro di professionisti provenienti da settori molto diversi.

Basta dare un’occhiata al cast dove spiccano non solo interpreti navigati (Mark Ruffalo e Keira Knightley, perfetti nel restituire l’alchimia tra i due protagonisti), ma anche le perfomance di alcuni outsider come Adam Levine, il frontman dei Maroon5, qui prestato al set nei panni della rockstar svenduta al mercato del pop contemporaneo: “John ha visto in me qualcosa del personaggio di David, anche se non sono sicuro che questo debba lusingarmi. – racconta – Ma non avrei mai preso in considerazione l’idea di girare un film se non avessi sentito una certa familiarità con la storia”.

Una storia che sta in piedi da sola, e che ha il vantaggio di reggersi su una sceneggiatura solida, scritta molto prima che venisse composta la musica; la maggior parte degli attori si è ritrovata così tra le mani uno script che indicava solo in che punto sarebbero state inserite le canzoni, senza avere né una melodia né un testo di riferimento. “Alla fine Simon Carmody mi ha messo in contatto con Gregg Alexander, che ha fatto parte della band dei New Radicals. – fa sapere il regista – Gregg ha prodotto canzoni meravigliose, e si è rivelato una scelta vincente”.

Già, perché molti dei brani cantati da Greta e Dan per le strade di New York o tra le barchette di Central Park, sono canzoni originali che hanno messo a dura prova la Knightley: “Non avevo mai fatto niente di simile – rivela l’attrice inglese – Gran parte della musica non era stata completata quando sono arrivata a New York. Ho lavorato con un vocal coach per trovare un timbro che si adattasse bene al personaggio, ma due o tre delle canzoni di Greta mi sono state consegnate il giorno stesso in cui le abbiamo registrate”.

L’ultima curiosità? Gli studi di registrazione utilizzati dalla produzione sono i celebri Electric Lady Studios del Greenwich Village creati da Jimi Hendrix.

di Elisabetta Bartucca per Oggialcinema.net


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