Si tratta delle opere di Elvira Ferrara (docente di educazione artistica e pittrice) e Maria Luisa Le Moli (scrittrice di alta sensibilità poetica e autrice di libri per bambini), le quali, reduci dai consensi già ottenuti a Ragusa e Modica, inaugurano una mostra dove, ancora una volta, “Tutto può diventare Arte”. E’ questo lo slogan della mostra itinerante nata dal loro sodalizio e che ripercorre il tradizionale solco dell’arte cosiddetta “povera” da cui la materia, mirabilmente plasmata, colorata e scolpita con il cuore, si trasforma in qualcosa di così particolare da suscitare attenzione come un leggero sussurrio poetico.
Un mostra, dunque, coniugata tutta al femminile in cui le due artiste si fanno apprezzare per la capacità di proporsi e di raccontare la propria esperienza creativa attraverso scelte autonome e intelligenti. Le creazioni artistiche sono rappresentate da icone e oggetti in ceramica che trovano vita dalle ideazioni di Elvira Ferrara e che si intrecciano con le graziose bambole e i centrotavola di Maria Luisa Le Moli, pregevoli ed eleganti creazioni, realizzate nello spirito della tradizione di un’arte antica.
Crocifissi, ciotole, scatole in ceramica dai colori delicati. “Sono manufatti lavorati a doppia cottura effettuata – spiega Elvira Ferrara – con un particolare forno che lavora ad alte temperature”. Ma in cosa consiste la doppia cottura? “Dopo aver lavorato la creta e predisposta la sagoma dell’opera, si procede alla prima fase della biscottatura con la cottura nel forno a circa 900 gradi. Il momento successivo è rappresentato dalla invetriatura con temperatura di poco superiore ai 900 gradi. L’oggetto biscottato si passa dallo smalto bianco per poi essere dipinto e decorato”. L’attività artistica di Elvira Ferrara si rivolge anche alla pittura con la presenza di non pochi quadri come il Cristo Pantocratore raffigurazione di Gesù che, ritratto in atteggiamento maestoso e severo, nell’atto di benedire con le tre dita della mano destra, presenta un forte richiamo alla tipica raffigurazione del Cristo nell’arte bizantina.
Il percorso espositivo conduce, poi, alle creazioni di Maria Luisa Le Moli che riportano ad un mondo familiare e, nel contempo, fiabesco. Oltre ai citati centrotavola e bambole di stoffa con i loro vestiti curati nei minimi particolari e con merletti, pizzi, cinture colorate, e dai colori chiari, come il bianco, il rosa, il celestino o da quelli forti, come il rosso, colpisce l’occhio del visitatore non tanto la presenza di bellissime e variegate carrozzine rivestite di stoffe e tulle quanto il Castello di Cenerentola con il suo impianto scenografico assemblato ed impresso su cartone sapientemente colorato. E’ l’immagine di un posto incantevole che riporta alla mente quello ottocentesco di Neuschwanstein, uno dei simboli della Baviera e della Germania nel mondo. Accanto, con un delicato vestito rosa, una graziosa bambola, dall’espressione stupita perché ha perso la sua scarpetta, che rappresenta Cenerentola pronta a saltare sulla sua zucca-carrozza.
Ma quale sarà, trattandosi di mostra itinerante, la vostra ulteriore tappa? “E’ ancora tutto da vedere – chiarisce Maria Luisa le Moli – in quanto è in itinere lo studio di altre creazioni che sicuramente ci spingeranno a toccare altre città del territorio ibleo”.
L’esposizione, resa possibile con il patrocinio del Comune di Scicli, rimarrà aperta fino al tredici di agosto nei locali della Camera del lavoro di Via Nazionale angolo Mormino Penna, salotto barocco della città sciclitana.
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