Tutto quello che un uomo

Creato il 03 maggio 2012 da Tiba84
“ Doveva trovare il suo posto nel mondo e credeva di averlo trovato. In ogni caso aveva deciso di provarci onestamente, con tutte le sue forze.
Gli scossoni del treno lo cullavano, e lui si stava a poco a poco assopendo, anche se non aveva ancora perso completamente coscienza; sapeva che lì, sdraiato in uno scompartimento di seconda classe, c’era Alain Malou che andava a Parigi incontro al suo destino.
Avrebbe fatto un lavoro qualunque: la maschera in un cinema, il cameriere in un caffè, qualsiasi cosa gli fosse capitata. Avrebbe sostenuto gli esami, uno alla volta, non tanto perché ci teneva a essere istruito, ma perché era la cosa più difficile. In fondo, a Parigi c’erano milioni di ragazzi che studiavano e si guadagnavano da vivere!
Magari avrebbe potuto diventare un medico!
Un medico occupa nella società un posto che non è né troppo in basso né troppo in alto.
E i Malou erano sempre stati o troppo in basso o troppo in alto, perché avevano dovuto fare le cose alla svelta.
Ora, invece, lui aveva tempo. Aveva il tempo per dormire.
Il treno fischiava attraversando campagne bianche di brina, piccole stazioni oscure venivano risucchiate nel passato l’una dopo l’altra; anche la casa nella piazzetta con la fontana veniva risucchiata, e con lei tante cose, tante persone!
Adesso c’era solo un Malou che dormiva, che di lì a poco si sarebbe svegliato a una nuova vita e che di tanto in tanto, nel sonno, muoveva le labbra.
Un Malou che avrebbe fatto tutto il possibile, tutto quanto può fare un uomo.
27 febbraio 1947”
 G. Simenon, Il destino dei Malou