L’editoriale che apre l’ultimo numero de Le Scienze (n. 549, maggio 2014 – pag. 7) non riesce a dissimulare un più che comprensibile entusiasmo dietro un severo richiamo alla prudenza: quasi contemporaneamente – scrive Marco Cattaneo – in Europa e negli Stati Uniti prendono avvio due poderosi programmi di ricerca che, pur con approcci diversi, sono complementari e promettono, anche se non in tempi brevi, di offrirci la piena conoscenza dei meccanismi cerebrali che generano il pensiero e la coscienza; potrebbero volerci venti, trenta, cinquant’anni, e l’esito è tutt’altro che scontato, ma «in realtà – e qui il fervore prende il sopravvento – è solo questione di tempo».Qualche mese, su queste pagine, esprimevo analogo concetto, ma senza troppe carinerie: «Verrà giorno – scrivevo – che la neurologia prenderà a calci in culo la metafisica», ma, nell’aggiungere che «fino ad allora dovremo pazientare come l’uomo pazientava nella scimmia», usavo un «noi» diacronico e diatopico che, anche senza troppa applicazione, è riconoscibilmente un maledetto vizio d’astrazione. Marco Cattaneo evita un tal genere di infortunio e risolve la questione facendo cenno a quel «patto tra generazioni che, in fondo, è una delle peculiarità che ci rende umani». Molto bello, devo dire. Per di più, è soluzione lessicale che dà al «pazientare» una dimensione lirica, perfino epica.Le generazioni – dovremmo usarle come unità di misura per esser fieri del cammino fatto, dovremmo usarle al posto dei decenni, per riuscire a pazientare meglio, senza lasciarci andare così spesso a tanto scoramento. La specie umana ha un’età che approssimativamente è di mezzo milione d’anni: calcolando che fino a poco tempo fa ci si riproduceva intorno ai vent’anni, non siamo vecchi più di venticinquemila generazioni o giù di lì. Appena cinque o sei generazioni ci separano da Porta Pia, non più di una trentina dalla scoperta dell’America, poco più di cento dall’eruzione che seppellì Pompei, e poco più di duecentocinquanta dalla prima forma di scrittura, in attesa della quale hanno pazientato ventiquattromilasettecentoedispari generazioni, e senza mugugnare.Una o due generazioni, dunque, ci separano dal poter prendere a calci in culo la metafisica: pazientare – tutto sommato, un soffio.
Possono interessarti anche questi articoli :
-
Il Donbass è come il sud Italia.
Quindi potrebbe essere utile analizzare le posizioni polarizzate che molti hanno appreso per quanto riguarda l'Ucraina. Per eludere tali opinioni radicate,... Leggere il seguito
Il 30 giugno 2015 da Nicovendome55
ATTUALITÀ, OPINIONI, POLITICA, SOCIETÀ -
La seconda ondata
Intervista di Peter Jellen. della Rivista Online "Telepolis", a Robert Kurz, del 18 e 19 luglio del 2010 Peter Jellen: Mr. Kurz, negli ultimi tre anni, la... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Francosenia
CULTURA, OPINIONI, SOCIETÀ -
Macedonia. Incontro Gruevski-Zaev per risolvere la crisi, ma con poco ottimismo
di Giacomo Dolzani Si sta tenendo in queste ore a Skopje, capitale della Macedonia, un nuovo incontro tra il premier, Nikola Gruevski, ed il leader... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Giacomo Dolzani
POLITICA INTERNAZIONALE, SOCIETÀ -
Il problema dell’Europa
Europa: è piuttosto insopportabile che il capo di un governo nazionale sia (o anche solo sembri) il massimo determinatore dei destini di popoli che non l'hanno... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Subarralliccu
SOCIETÀ -
Fa più notizia la sentenza della Corte Suprema rispetto alla strage in Tunisia.
La notizia è che negli Stati Uniti la Corte Suprema ha legalizzato in tutti gli stati il matrimonio tra omosessuali e che in Italia si è festeggiato come se... Leggere il seguito
Il 29 giugno 2015 da Lorenzo Zuppini
CULTURA, SOCIETÀ -
Troppo presto, o troppo tardi?
Ancora una volta si pone la questioneQuando scoppierà la grande bolla di liquidità in cui si trova il sistema finanziario mondiale? Leggere il seguito
Il 28 giugno 2015 da Francosenia
CULTURA, OPINIONI, SOCIETÀ