Tutto sta nel sapersi accontentare

Creato il 18 gennaio 2012 da Zesitian

Ogni tanto ci penso.
Specie quando, impietrito, osservo le notizie sui tg di sky, di rainews, in rete. Alla velocità con cui in un anno e mezzo, più o meno, cambiano le cose. A quanto volevo cambiarle, a cosa mi è capitato, a cosa non mi riuscirà più. A cosa voglio ora per me.
Dal primo settembre 2010 sono successe queste cose:
- mi sono licenziato
- ho continuato a crescere due figli, con molto più tempo e impegno di prima
- è morto mio padre
- sono morti anche altri, e il colpo l'ho sentito
- ho fronteggiato con stupore delle malattie di cui manco sapevo l'esistenza
- ho brindato con i miei fratelli
- mi sono messo in proprio - e non è che sia proprio un fenomeno di imprenditore, anzi
- mi sono rimesso a scrivere
- ho realizzato che stavo odiando gente insignificante
- sono stato molto aiutato, e anche amato
- a volte però non me ne sono tanto accorto, e non ho manco chiesto scusa
- ho perso il vizio di pensare che gli altri si accorgano di me
- ho imparato a lavorare con echo, e non c'è niente di meglio
- ho avuto una paura fottuta per mia madre (e ce l'ho ancora)
- ho riso moltissimo perché ho due figli davvero ridicoli
- ho cominciato a temere seriamente di non farcela coi soldi
- ho ossessivamente contato spiccioli
- ho capito che non si torna più indietro
- ho regalato cose carine
- ho viaggiato con piacere, e mi sono sempre trovato bene fuori di qui
- ogni giorno penso che senza mia moglie non so chi sono
- ho riflettuto su cose davvero, davvero angoscianti
- ho visto film niente male
- ho letto e riletto vonnegut
- e anche murakami
- non ho smesso di pensare a mia sorella
- poi c'è la politica che non seguo più perché non c'è più
- c'è sempre la ricerca di qualcosa di meglio, da ottenere con meno
- ho la testa e una chiavetta usb piena di ottima musica
- mi è venuta una gran voglia di tornare ad amare il genere umano, il che spesso vuol dire essere sempre meno indulgente
- ho scoperto di essere molto ma molto più fragile di quello che credevo.
Il che, scritto così, sembra piuttosto faticoso.

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