Ogni tanto ci penso.
Specie quando, impietrito, osservo le notizie sui tg di sky, di rainews, in rete. Alla velocità con cui in un anno e mezzo, più o meno, cambiano le cose. A quanto volevo cambiarle, a cosa mi è capitato, a cosa non mi riuscirà più. A cosa voglio ora per me.
Dal primo settembre 2010 sono successe queste cose:
- mi sono licenziato
- ho continuato a crescere due figli, con molto più tempo e impegno di prima
- è morto mio padre
- sono morti anche altri, e il colpo l'ho sentito
- ho fronteggiato con stupore delle malattie di cui manco sapevo l'esistenza
- ho brindato con i miei fratelli
- mi sono messo in proprio - e non è che sia proprio un fenomeno di imprenditore, anzi
- mi sono rimesso a scrivere
- ho realizzato che stavo odiando gente insignificante
- sono stato molto aiutato, e anche amato
- a volte però non me ne sono tanto accorto, e non ho manco chiesto scusa
- ho perso il vizio di pensare che gli altri si accorgano di me
- ho imparato a lavorare con echo, e non c'è niente di meglio
- ho avuto una paura fottuta per mia madre (e ce l'ho ancora)
- ho riso moltissimo perché ho due figli davvero ridicoli
- ho cominciato a temere seriamente di non farcela coi soldi
- ho ossessivamente contato spiccioli
- ho capito che non si torna più indietro
- ho regalato cose carine
- ho viaggiato con piacere, e mi sono sempre trovato bene fuori di qui
- ogni giorno penso che senza mia moglie non so chi sono
- ho riflettuto su cose davvero, davvero angoscianti
- ho visto film niente male
- ho letto e riletto vonnegut
- e anche murakami
- non ho smesso di pensare a mia sorella
- poi c'è la politica che non seguo più perché non c'è più
- c'è sempre la ricerca di qualcosa di meglio, da ottenere con meno
- ho la testa e una chiavetta usb piena di ottima musica
- mi è venuta una gran voglia di tornare ad amare il genere umano, il che spesso vuol dire essere sempre meno indulgente
- ho scoperto di essere molto ma molto più fragile di quello che credevo.
Il che, scritto così, sembra piuttosto faticoso.