- Giovedì 30 gennaio 2014, UCI Cinema Porta di Roma, sala 3 ore 19.40
- Attenzione che vi dico come finisce Tutto sua madre, leggete a vostro rischio!
Irretita da un trailer gustoso che lasciava presagire ben altri frizzi finalmente riesco a vedere Tutto sua madre, nonostante il fastidioso titolo italiano.
Francese più che mai, anche nei suoi momenti di lentezza, è l'autobiografia in forma di commedia ricca di ironia di Guillame Gallienne, ragazzo la cui incertezza se sia gay oppure no è niente in confronto alla sicurezza che sia rincoglionito e pure di brutto.
Quello che colpisce non è tanto la sua adolescenza in cui sogna sé stesso nelle vesti della principessa Sissi o dove, ossessionato dalla figura materna, ne imita voce e movenze e nemmeno lo struggersi per l'amore non corrisposto per un compagno di classe, quanto il suo essere sempre e costantemente impacciato, incapace di capire chi sia e cosa vuole.
Realizza solo alla fine del liceo, alla chiamata del servizio militare di non essere una ragazza.
Fino a quel momento pare che nessuno gli abbia mai spiegato la differenza.
I dubbi e le incertezze di Guillaume procedono pari passo con la pratica della psicanalisi che però sembra essere ulteriore motivo di sconforto e confusione ma, niente paura, i problemi di una vita verranno risolti da un istruttore di equitazione che, facendogli mollare le redini e chiudere gli occhi, gli farà passare la paura dei cavalli.
Nodo del dramma esistenziale di Guillaume infatti si scopre essere la paura per gli equini e non la madre stronza, che comunque nel film è più approfondita a livello di capigliatura e abbigliamento che di sostanza emotiva, ammesso che ne abbia.
Guillame comunque, ormai adulto e attore affermato, si prende la rivincita sulla vecchia stronza e in generale su tutta una famiglia, che probabilmente ora è indecisa se andarsi a sotterrare per la vergogna o disconoscerlo e diseredarlo.
Ora se vogliamo veramente capire cosa ci vuole dire Guillaume potremmo dire si prende gioco dello spettatore "evoluto", quello che pensa "povero ragazzo, deve solo accettare sé stesso. Al giorno d'oggi ma che problema c'è? ... l'omosessualità è sdoganata. A Parigi poi...".
E invece sapete che c'é?
Guillaume è etero che più etero non si può. Tiè. E lo scopre incontrando una ragazza su un terrazzo, gli basta uno sguardo per perdere ogni atteggiamento effemminato, abbandonare ogni dubbio, la camminata a culo stretto, e decidere di sposarsi.
Insomma Guillame è stata una visione piacevole ma dire che alla fine ci rimani di merda è un eufemismo. Indubbiamente alcuni momenti sono divertenti ma c'è qualcosa che sfugge anche perché cercando qualche notizia su Guillaume si scopre che in realtà per anni si è sottoposto ad una terapia con un logopedista per porre rimedio alla vocina femminile e quindi tutta questa mancanza di consapevolezza filmica forse è poco realistica. Poi c'è l'accenno a un tentativo di suicidio cosa che tenderei a non prendere troppo alla leggera. Cosa dire che? Che forse lo spettacolo sublima una realtà ben peggiore di quella rappresentata?
Per concludere dirò che sebbene Tutto sua madre venga fatto passare per l'ennesimo film irresistibile francese, non ci troviamo proprio da quelle parti anzi direi che torniamo quatti quatti in un contesto d'essaie.
Visione piacevole comunque, curatissima, con spunti divertenti ma, almeno per me, con più di qualche caduta dovuta a una scrittura che non va fino in fondo nell'analisi imprescindibile di dinamiche familiari che avrebbero meritato ben altra attenzione.
Probabilmente nelle mani di un Almodovar al suo meglio sarebbe stato da annoverare nelle 10 migliori pellicole di tutti i tempi. Ciò non toglie che Guillaume potrà essere visione piacevole e pure, per molti, rassicurante. E forse questo è il suo aspetto che piace di meno.
Abbinamento floreale con quello che è qualcosa di più di semplice negozio di fiori e piante in zona Piazza Bologna/Lanciani. Ogni volta che ci passo resto senza fiato per la bellezza dell'esposizione Fiori Valle Via Adolfo Venturi, 21-23 tel 06 4880209