Oscillo, sussulto, traballo, vacillo. Oddio, non so più stare in piedi. Cambio prospettiva, cerco di dare un senso a ciò che accade fuori, ma soprattutto al mondo che mi esplode dentro. La cosa strana è che sembra funzionare... e mi rialzo. Mi sveglio, incontro gente, sorrido, lavoro. Va tutto bene. Ma la scossa era un avvertimento, dovevo immaginarlo. E appena mi rilasso tutto ricomincia tremare. Non un eterno tedio, no. Piuttosto, una ricerca di pace costantemente minata da una riserva famelica, e forse inesauribile, di malinconia che erutta all'improvviso e che intossica ogni cosa, ogni pensiero, di oscurità e paura.
Insicurezza? Inadeguatezza? Niente di tutto questo. O forse tutto. Il fatto è che si è aperto un varco nella terra che nutre la mia anima e centinaia di inesauribili scosse continuano ad allargarlo.
Crollo.