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Tv 1954-2014 / Tito Stagno, dallo sbarco sulla Luna al calcio di Herrera (Il Tempo)

Creato il 02 gennaio 2014 da Nicoladki @NicolaRaiano
Tv 1954-2014 / Tito Stagno, dallo sbarco sulla Luna al calcio di Herrera (Il Tempo)«Alfredo Pigna realizzava servizi splendidi. E Beppe Viola, avanti di cadere vittima di un insulto cerebrale dinanzi ai miei occhi, in chiusura di commento di una partita casalinga del Milan archiviata sullo zero a zero regalò al pubblico ed ai colleghi di redazione un brano da antologia poetica: "al novantesimo, episodio da libro Cuore: con un calcio di punizione dal limite, Calloni regala il pallone ad un omino dei popolari"».
Responsabile dei servizi sportivi del TG1 dal 1976 al 1994, un aereo Roma-Milano a metà del sabato e rientro nella capitale il lunedì, con la severità d'un professionista di classe e la minuziosità d'un monaco certosino, aprendo inoltre il mercoledì sera, dall'atletica alla boxe, a memorabili dirette, Tito Stagno ha curato nelle stesse stagioni "La Domenica sportiva", conducendo direttamente in video in un paio di bienni ed introducendo in più anni la novità, in apertura di trasmissione, d'uno stringato editoriale, un minuto da cronometro, dedicato all'episodio principe della giornata.
Ripercorre la sua lunga esperienza aziendale l'uomo celebrato a vita e nell'eternità dei tempi televisivi per la diretta, in una notte di luglio del 1969, della discesa di Neil Armstrong e di Edwin Aldrin sul suolo lunare, in quella che probabilmente rimane massima realizzazione giornalistica e imprenditoriale nella storia della RAI.
Tutt'altro che neofita di sport, Stagno, nell'approdo alla prima rete di via Teulada, avendo da giovanissimo praticato pattinaggio a rotelle («campione dell'Emilia-Romagna!»), pallavolo e pallacanestro («quando a basket giocavano i nani»). Dal repertorio dei ricordi, di prima mano l'esperienza vissuta tra il 1977 e il 1978 avendo in studio Gianni Brera, monumento del giornalismo dell'epoca. «Lo convinsi in una rischiosa serata trascorsa assieme a Pisiano, lago di Lecco, tra un torrente di Barbaresco, la sua bevanda preferita. Ne uscii fisicamente malmesso, ma con l'impegno che fosse dei nostri. Furono due stagioni di accademia breriana. Cinque minuti, non uno di più, di via libera, in diretta. Suo capolavoro, umano e professionale, il ricordo di Renato Curi, distrutto poco prima da un infarto sul campo del Perugia-Juventus del 30 ottobre 1978. Era Gianni Brera da San Zenone Po, ed era unico».
Augusto Frascaper "Il Tempo"

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