Stasera alle 21,10 su La7
Segnalo il film di Jeunet, sebbene non sia un vero fan del regista francese. Non amo molto la costruzione scenica ridotta a giocattolo, nonchè il ricorso ad una fotografia che è sicuramente elemento di stile ma eccede nella tendenza al naif, con elementi barocchi tesi esclusivamente alla meraviglia dello spettatore e non funzionali alla storia. La cosa che mi infastidisce delle pellicole di Jeunet è l'assoluta incapacità di suscitare emozioni reali e non plastificate. Il gusto della stranezza, del particolare, dell'originalità prende il sopravvento su altre esigenze e la stravaganza è di prima frattura, artigianale ma incapace di interagire con lo script, che diventa una boutade nelle mani della forma. Definirei Jeunet un brillantee e furbo maestro di bottega, che prende molto dal cinema passato, quello di Melies, e porta il suo bagaglio, rinnovandolo, al nostro mondo. Ma il gioco fine a sè stesso stanca e, dopo un successo immenso, è chiaro che sia difficile proseguire allo stesso modo. E, come Melies, questo cinema ha bisogno di evolversi, perchè può trasformarsi in semplice divertissment e finire di interagire con il pubblico piuttosto facilmente. Da qui diventare un'operazione di marketing (quale credo sia) andata a male. Amelie ha lanciato Audrey tatou e non so se la cosa possa considerarsi un merito, visto le mancate promesse.