Su Cult alle 21,00
Schubert suona, leggi Leopardi, tarocchi alla mano. Una donna ama un uomo, ma è passione carnale o trasporto emotivo? Illusione o realtà? “Solo un bacio per favore” è un’opera complessa, di stampo psicologico, molto più convincente di Allen. E’ lieve, umoristica, antifrastica, nevrotica, brilla di novità. E’ un Decameron di racconti, di storie, di baci che non dovevano essere, ma che sono stati, di volti senza nome o indirizzo. Nessun bacio non ha conseguenze. Cosa separa l’amicizia dall’amore? L’attrazione volontaria…Tutto diventa un rompicapo, un gingillo che bisogna disattivare. Il bacio di Delacroix rivive nei nostri occhi, l’ultima scena ne sembra un omaggio, ma non c’è un’iconografia unica ed intellettualoide a cui ispirarsi. Mouret è un nuovo cineasta da tenere d’occhio. Come Allen, appare nei suoi film, ha qualcosa di Rohmer ed una capacità esclusiva nella scelta degli attori. Virginie Ledoyen ha il fascino innato di una certa gerarchia sociale, gli occhi principeschi, il viso paffuto. Molto adeguata nei film d’autore, deve competere con due ruoli femminili interpretati magnificamente dalla Julie Gayet di Kiewloski e da Frèdèrique Bel che è molto più sottile , bella, capace di Lisa Kudrow, con una certa espressività simile. Mouret è il solito mattatore, in grado di reggere il confronto con Allen e di aprirsi alla sindrome da nerd del modello americano, senza ammetterlo minimamente. Il contrasto è stridente. Discorso a parte, Stefano Accorsi, l’ennesimo italiano trapiantato d’oltralpe. Come Laura Morante e Monica Bellucci, ci sembra l’ennesima conferma che il cinema francese tenti di prelevare attori italiani solo per un certo esoticismo e per cercare una commerciabilità nel nostro paese e non per reali capacità. Ci sono momenti di alto respiro, digressioni complesse, molto humor a metà strada tra la traccia americana e la delizia francese. E’ un film lezioso solo nella misura in cui si considera tale, in genere, il cinema francese; in realtà non ha alcuna traccia di spocchiosità e presunzione. Profuma di lavanda, e ha il sentore di un ambiente asettico che presuppone un’eccessiva razionalizzazione esilarante. Consigliato ai certosini della parola e agli appassionati di letture psicologiche.