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Tv-Movie of the Year - IL DIVO, Giulio Andreotti

Creato il 02 febbraio 2011 da Ludacri87

Tv-Movie of the Year - IL DIVO, Giulio Andreotti
"Se non potete parlare bene di una persona, non parlatene." (Madre di Giulio Andreotti)
In onda stasera alle 21,10 su La7 in Prima TV.

La corrente andreottiana
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Gli affetti
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Hanno parlato di lui o con lui...
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Gli hanno attribuito...
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Il fantasma che aleggia


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Giulio Andreotti - Il Divo
Tv-Movie of the Year - IL DIVO, Giulio Andreotti
Guerre puniche a parte, mi hanno accusato di tutto quello che è successo in Italia. Nel corso degli anni mi hanno onorato di numerosi soprannomi: il Divo Giulio, la prima lettera dell'alfabeto, il gobbo, la volpe, il Moloch, la salamandra, il Papa nero, l'eternità, l'uomo delle tenebre, Belzebù; ma non ho mai sporto querela, per un semplice motivo, possiedo il senso dell'umorismo. Un'altra cosa possiedo: un grande archivio, visto che non ho molta fantasia, e ogni volta che parlo di questo archivio chi deve tacere, come d'incanto, inizia a tacere. (Giulio Andreotti)
 Dialoghi - Caso o Volontà Divina?
Andreotti: Io non ci credo al caso; io credo alla volontà di Dio.
Scalfari: Dovrebbe invece. Dovrebbe crederci al caso. Dunque, presidente, è un caso che i familiari di alcune persone assassinate la odino? La odia il figlio del generale Dalla Chiesa: dice che c'è la sua mano nell'omicidio del padre. La odia la moglie di Aldo Moro che la ritiene uno dei responsabili della morte del marito. È un caso che la odi la moglie del banchiere Roberto Calvi? Dice che lei minacciò prima e ordino poi l'omicidio di Calvi. Dice che non l'uccise lo Ior, ma due persone: Andreotti e Cosentino, che adesso è morto. E poi mi domando: "È un caso che lei fosse ministro dell'Interno quando Pisciotta è stato assassinato con un caffè avvelenato?". Si disse che Pisciotta avrebbe potuto rivelare i mandanti dell'omicidio del bandito Giuliano. È un caso che il banchiere Michele Sindona sia stato assassinato allo stesso modo? Anche lui, costretto in carcere, avrebbe potuto fare rivelazioni fastidiose. È un caso che tutti dicano che lei abbia ripetutamente protetto Sindona? È un caso che il suo luogotenente Evangelisti abbia incontrato Sindona da latitante, a New York, in un negozio di soldatini? È un caso quello che dice il magistrato Viola? Che se lei non avesse protetto Sindona non sarebbe mai maturato il delitto Ambrosoli? E ancora: è un caso che lei annota tutto scrupolosamente nei suoi diari e dimentica di annotare del delitto Ambrosoli? Ed è un caso che nel triennio '76-'79, quando lei era Presidente del Consiglio, tutti i vertici dei servizi segreti erano nelle mani della P2? È un caso che nei suoi ripetuti incontri con Licio Gelli, capo della P2, parlavate – solo ed esclusivamente – dei desaparecidos sudamericani? Così ha detto lei: "solo chiacchiere amichevoli". Infine, è un caso che lei sia stato tirato in ballo in quasi tutti gli scandali di questo paese? E tralascio tutti i sospetti che aleggiano sui suoi rapporti con la Mafia. Insomma – come ha detto Montanelli – delle due, l'una: o lei è il più grande, scaltro criminale di questo paese, perché l'ha sempre fatta franca; oppure è il più grande perseguitato della storia d'Italia. Allora le chiedo: tutte queste coincidenze sono frutto del caso o della volontà di Dio?

Non credo di dover aggiungere altro. "Il Divo" di Paolo Sorrentino è, con "Vincere" e "Gomorra", il film migliore della cinematografia italiana degli ultimi dieci anni. Ma aggiunge qualcosa di diverso. Una perizia tecnica che non ha eguali, un'interpretazione davvero magistrale, un'arguzia unica, una lavorazione compiuta, e soprattutto un ritratto che sfocia nel grottesco, senza esserlo mai. Nella complessità dell'uomo martire o dell'uomo assassino si rivela l'essenza indicibile dell'animo umano, un animo che è meglio nascondere anche a sè stessi. Sorrentino raggiunge la perfezione formale, e pone "Il Divo" ai più alti vertici della cinematografia mondiale. Complimenti a lui. Film da analizzare compiutamente, con più visioni, e un sunto di storia (magari preso da wikipedia) alla mano. Su Andreotti, non dico, non sento, non vedo. Non so, come nessuno, forse nemmeno lui.

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