Quanto ai singoli canali, il podio, come detto, è occupato da Antena 3 (14,5%), Telecinco (14%) e La1 (10%). A seguire, La Sexta del gruppo Atresmedia col 6,4%, e poi Cuatro (Mediaset) col 5,7%, Fdf-T5 (Mediaset) col 3,1%, La2 (Tve) col 2,4%, e, ancora, il canale pubblico Clan (2,3%), Neox di Atresmedia (2,2%), Nova (Atresmedia) al 2%, Boing di Mediaset all'1,8%, e un gruppetto di canali all'1,7%, tra cui Paramount Channel. Un brand che Viacom potrebbe presto esportare anche in Italia.
Si può dire, in generale, che sia Atres, sia Mediaset, in questi ultimi dieci anni, abbiano saputo proporre al pubblico spagnolo un tipo di televisione più moderna e articolata per canali a target rispetto alla concorrenza: Atres è infatti passata da uno share medio del 19,5% del 2003 a oltre il 29% del 2013. Stessa cosa per Mediaset, crescita dal 21,4 al 29% in dieci anni. Hanno eroso terreno, come anticipato, alla tv pubblica nazionale e al gruppo di tv pubbliche locali Forta, scivolato in dieci anni dal 18,2 all'8,6% di share.
Il mercato pubblicitario, però, si è più che dimezzato in sei anni: la raccolta televisiva in Spagna è infatti passata dai 3,469 miliardi di euro del 2007 ai 1,680 mld del 2013, un -52% che ha, ovviamente, penalizzato tutti. In questo scenario, Atresmedia si è mosso un po' meglio di altri, perdendo solo il 20% nello stesso periodo, e consolidandosi a una raccolta complessiva di circa 800 milioni di euro nel 2013.
I due grandi gruppi a capitale italiano potrebbero inoltre subire una drastica cura dimagrante a seguito di una recente decisione del Tribunale Supremo spagnolo: lo scorso 18 dicembre, infatti, i giudici hanno stabilito che dovrà esservi una redistribuzione di banda, annullando l'assegnazione di alcuni multiplex del digitale terrestre, avvenuta senza gara pubblica. E per questo motivo il gruppo Atresmedia dovrebbe perdere tre canali su otto, e Mediaset passare da otto a sei canali.
Claudio Plazzottaper "Italia Oggi"