Siamo cresciuti con pane e formaggio. Sono state le parole commosse di Papoulias (presidente della democrazia greca) quando qualche settimana fa ricevette dal sindaco di Ioannina dove era in visita ufficiale, un cesto con prodotti locali.
Non è un’esagerazione. L’approccio dei greci al formaggio è strettissimo e particolare. Lo consumano tutti i momenti della giornata, dalla colazione alla cena. Non a caso sono al secondo posto del consumo pro capite di formaggio al mondo. E’ d’altronde la Grecia che ha creato un’ intera cultura e industria intorno al formaggio, con l’adorata tyropita. Pane e formaggio insieme a qualche oliva e più recentemente un pomodoro, hanno costituito per moltissimi anni una colazione, ancora ricordo mio padre fare colazione con del pane e un pezzo di feta, una merenda, un improvvisato stuzzichino per accompagnare un bicchiere di vino, il pranzo dei contadini nei campi. Si consuma tutt’oggi, un greco non può prescindere da questo cibo. Io stessa lo consumo spesso e sempre più ha la valenza di conforto, di un caldo abbraccio. La ricetta che propongo oggi, è esattamente questo: pane e formaggio. E’ una specialità di Portarià, uno dei pittoreschi paesini sulla montagna di Pilion, vicino a Volos, e l’ho trovata qui.