In questo momento mezzi pesanti vengono usati contro la popolazione a Kromatorsk e Slavyansk. Kiev ha intenzione di chiudere la partita, non può permettersi di perdere quest’area perché in tale parte del Paesi c’è il cuore produttivo dell’Ucraina e ci sarebbero anche riserve inesplorate di gas di scisto, risorsa che sta diventando strategica per i golpisti di Majdan, i quali vogliono tagliare i ponti con Mosca e con i suoi rifornimenti energetici.
Obama ha definito i resistenti del Donbass terroristi, nonostante questi si siano organizzati spontaneamente e con mezzi di fortuna, contando sulle defezioni dell’esercito regolare e dei Berkut, ex unità della polizia antisommossa allontanati dalla Capitale perché fedeli al governo durante i giorni della sedizione chiamata rivoluzione. I Russi non sono intervenuti direttamente, contrariamente a quanto denunciato dal Dipartimento di Stato americano, mentre sono stati propri gli yankees a prendere posizione attiva nel conflitto inviando dollari, armi, uomini delle agenzie militari private, nonchè inserendosi nella catena di comando di Kiev che esegue pedissequamente le prescrizioni della Cia e dei Generali di Washington.
Il Presidente degli Stati Uniti, la più grande democrazia bellicosa del mondo, nel disprezzo della verità e della giustizia, stigmatizza tutto il popolo dell’Est che non si è piegato ad un potere illegittimo, conquistato con provocazioni criminali, intanto che qualche mese fa la sua Amministrazione sosteneva spudoratamente la peggiore feccia nazi-fascista di Piazza Indipendenza, prezzolata ed addestrata in occidente.
L’Ue, nonostante l’evidenza smentisca categoricamente le parole americane, si è accodata agli Usa perché incapace di far valere le proprie prerogative e di coordinare le sue opzioni tra i vari membri più forti. L’Europa sta dimostrando di essere una mera espressione geografica tenuta insieme dagli interessi di cricche e oligarchie finanziarie prive di qualsiasi visione politica. Proprio la Comunità Europea vedrà gravare sulle sue casse e sulla sua credibilità internazionale il peso maggiore di questa escalation. Oltre ad assumere su di sé le spese per la ricostruzione dell’economia ucraina, subirà il deterioramento delle relazioni diplomatiche con il più grande partner della zolla Euroasiatica, con quella Russia che le fornisce circa il 30% del suo fabbisogno energetico e con la quale ha un fitto interscambio commerciale.
Fatto ancor più disdicevole, anche gli organismi mondiali, a loro volta, hanno gettato la maschera e si sono rivelati per quello che realmente sono: strutture multilaterali di facciata che rispondono agli interessi unilaterali Usa. Ieri, il Direttore Generale del FMI, Christine Lagarde, dichiarava impunemente che se Kiev non fosse riuscita a riprendere il controllo delle regioni del sud-est, il piano di ristrutturazione della sua economia sarebbe stato rivisto con ulteriori misure di austerità e oneri più elevati, finalizzati alla garanzia della solvibilità dei debiti contratti col fondo. Un invito ai putschisti a procedere sulla strada della Guerra evitando di cadere nuovamente in tentennamenti pietosi.
Ora la situazione sta precipitando e potrebbe finire in un bagno di sangue qualora Mosca non mobilitasse le truppe. Al Cremlino non sono stati lasciati ulteriori spazi di mediazione. L’Occidente voleva lo scontro frontale per chiudere definitivamente la partita con i russi e ridimensionare le loro aspirazioni di tornare ad essere una potenza con proiezione mondiale. Possiamo aspettarci di tutto a questo punto ma le menzogne americane ed europee staranno inevitabilmente davanti alla Storia per secoli. Questa volta le orde barbariche discendono dalla civiltà sedicente democratica. I barbari siamo noi.
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