È stata presentata oggi al parlamento ucraino una proposta del Governo di Kiev, nella quale si propone alla camera di votare una risoluzione con cui si richieda a Mosca di rinunciare al contratto relativo alla centrale nucleare di Khmelnitsky.
Nel 2010, quando alla guida dell’Ucraina vi era ancora il presidente filorusso Viktor Yanukovic, rovesciato poi dalla rivoluzione europeista che ha portato al potere il leader filo-occidentale Petro Poroshenko, era stato infatti siglato con Mosca un contratto che prevedeva la fornitura di due reattori nucleari, realizzati da aziende russe, per l’impianto di Khmelnitsky, nell’Ucraina centro-occidentale e la costruzione di uno stabilimento per la produzione di combustibile nucleare.
La nuova situazione di tensione tra Ue e Nato, con i quali è schierato il Governo di Kiev, e la Russia, l’invasione da parte delle forze di Mosca della Crimea e la guerra con i miliziani filorussi nell’Ucraina orientale hanno però creato delle condizioni per le quali un proseguo di questa collaborazione risulterebbe impossibile, tanto più che, con il nuovo progetto denominato “Energy Bridge”, parte dell’elettricità prodotta dalla seconda unità di Khmelnitsky sarà venduta proprio a paesi dell’Unione Europea.