Ma evidentemente gli ucraini devono avere una vena masochista perché scesero in piazza ansiosi di provare sulla loro pelle le clausole austeritarie che facevano parte integrale dell’accordo con l’Europa e il fondo monetario. E scacciarono il presidente regolarmente eletto. Per la verità si trattava di qualche migliaio di persone inquadrate nelle milizie neonaziste foraggiate da organismi americani, perché come riferì Victoria Nuland , assistente del segretario di Stato Usa e inviata a Kiev dal governo Obama “Senza il sostegno finanziario e morale degli Stati Uniti l’opposizione al regime di Janukovich cesserebbe”. Però credere nelle balle e nelle narrazioni senza senso è una sindrome delle popolazioni occidentali sottoposte alla morbida tirannia mediatica oltre che una caratteristica del declino degli imperi.
Qui però arriva il bello visto che proprio ieri la stessa Ue ha rinviato di un oltre un anno, vale a dire al dicembre 2015, l’entrata in vigore dell’accordo per diversi motivi uno dei quali paradossale: che proprio le sanzioni contro la Russia con cui Bruxelles ha ubbidito a Washington e che l’Ucraina sarebbe tenuta ad osservare, distruggerebbero quel poco di economia che ancora rimane e che peraltro è legata al 90% con quella russa. Con la certezza di dover spendere somme enormi per sostenere Kiev e con il pericolo di trovarsi alle prese con piazze piena di gente vera e non prezzolata, sostenuta dalle Ong di Soros o illusa dai media e magari con una vera rivoluzione senza il solito regista.
Se poi a questo aggiungiamo anche la guerra santa dichiarata da Obama all’Isis, ovvero contro gli ex amici foraggiati di soldi e di armi, poi trasformatici in nemici da combattere con la guerra infinita, poi di nuovo in amici e ancora una volta in nemici, abbiamo fatto tombola, la farsa alla Feydeau, ma senza stile e rigore, è in pieno svolgimento.