La bozza di legge, ha specificato Poroshenko, esclude categoricamente l’ipotesi di una trasformazione dell’Ucraina in una Federazione in cui Donetsk e Luhansk avebbero lo status di repubbliche autonome: «Questo è del tutto fuori discussione, il Protocollo approvato a Minsk non prevede nulla di tutto ciò».
I 12 punti convenuti durante i colloqui di pace tenuti a fine agosto nella capitale bielorussa prevedevano la salvaguardia dell’unità territoriale dell’Ucraina, per la quale i russofoni hanno posto come condicio sine qua non la concessione di forti autonomie linguistiche, economiche e amministrative, che di fatto trasformerebbero il Paese appunto in una federazione. Di contro, Kiev propone solo la concessione dello status speciale, oggetto della legge e dei colloqui di Minsk, che però nelle autoproclamate repubbliche di Donetsk e Luhansk non piace per nulla.
Il portavoce del governo di Luhansk, Vladimir Inogorodtsev, non ha voluto commentare l’iniziativa di Poroshenko, affermando di non avere informazioni su questo documento: «Noi difendiamo solo l’indipendenza della Repubblica Popolare di Luhansk e non siamo interessati allo status del Donbass come parte dell’Ucraina». Affermazioni che riecheggiano quelle rilasciate ieri da Aleksandr Zakharchenko, leader della Repubblica di Donetsk, secondo cui lo status speciale previsto dal Protocollo di Minsk non è definitivo: fattore che, ribadisce Zakharchenko, rende l’indipendenza da Kiev il primo obiettivo dell’autoproclamata entità territoriale russofona.