È di due soldati morti ed altri tre rimasti feriti il bilancio delle vittime, tra le file dell’esercito di Kiev, causate dall’esplosione di una mina nei pressi di Yekaterinivka, un piccolo centro abitato nella regione di Lugansk, nell’Ucraina orientale; il loro mezzo, in missione di ricognizione, è infatti transitato sopra l’ordigno, causando la detonazione.
Quest’area è infatti una di quelle dove i combattimenti tra le armate del governo europeista di Kiev, instauratosi dopo la rivoluzione e la deposizione dell’ex presidente Viktor Yanukovic, ed i miliziani filorussi sono più aspri, con scontri che quotidianamente causano morti da entrambe le parti, il tutto nonostante la tregua firmata a Minsk tra le parti in causa, sotto l’egida di Francia, Germania ed Osce, ma di fatto mai messa in atto.
La lotta per il controllo dell’est del paese tra le truppe regolari, sostenute dall’Occidente, ed i ribelli filorussi, sostenuti militarmente ed economicamente da Mosca, non è infatti mai cessata, nonostante l’avanzata delle forze di Kiev le quali, nell’ambiato della cosiddetta “Operazione Antiterrorismo” varata dal presidente Poroshenko, hanno strappato ai ribelli gran parte dei territori da loro controllati, costringendoli in alcune regioni orientali nei pressi del confine russo.
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