UCRAINA: Nelle braccia di Putin? Kiev verso l’unione doganale euroasiatica

Creato il 15 marzo 2013 da Eastjournal @EaSTJournal

Posted 15 marzo 2013 in Russia, Slider, Ucraina with 0 Comments
di Matteo Cazzulani

Indiscrezioni del principale giornale ucraino confermano che Kiev ha accettato di aderire alla CEE Eurasiatica come membro associato per due anni, prima di adottare lo status di partner a pieno titolo. Bloccata l’integrazione ucraina nell’Unione Europea, la Russia realizza così una vittoria geopolitica di portata epocale.

Un fidanzamento di due anni, poi il sì definitivo ad un matrimonio che consegna definitivamente l’Ucraina nella braccia della Russia. Nella giornata di giovedì, 14 Marzo, il ben informato Dzerkalo Tyzhnya, il principale giornale ucraino, ha riportato la notizia secondo la quale l’Ucraina si sarebbe accordata con la Russia per l’ingresso nell’Unione Doganale Eurasiatica.

L’indiscrezione, rilanciata come certa anche dal resto dei media ucraini e internazionali, si basa sull’incontro avvenuto lo scorso 4 Marzo tra il Presidente russo, Vladimir Putin, e il Capo di Stato ucraino, Viktor Yanukovych, a Domodyedovo, la tenuta preferita del dittatore sovietico, Nikita Krushchev.

Come riportato dal Dzherkalo Tyzhnya, l’Ucraina avrebbe accettato lo status di membro associato dell’Unione Doganale: progetto di integrazione sovranazionale, a cui già appartengono Russia, Bielorussia e Kazakhstan, concepito da Mosca per ristabilire l’egemonia economica e politica del Cremlino nello spazio ex-sovietico.

L’accordo, finalizzato con una trattativa da parte dei vicepremier russo e di quello ucraino, Igor Shuvalov e Yuri Boyko, permetterebbe alle autorità dell’Ucraina di avere libero accesso alla documentazione dell’Unione Doganale, e di partecipare con propri esponenti, in qualità di osservatori, alle riunioni della CEE Eurasiatica.

Sempre secondo l’indiscrezione del Dzerkalo Tyzhnya, l’Ucraina manterrebbe lo status di membro associato dell’Unione Doganale per due anni, dopodiché, una volta presa dimestichezza con le procedure di funzionamento dell’organizzazione internazionale, sarebbe pronta ad aderire come membro a pieno titolo.

L’ingresso dell’Ucraina come membro associato dell’Unione Doganale rappresenterebbe per la Russia una vittoria geopolitica di portata epocale.

Per ottenere il tanto aspirato status di superpotenza globale, che Mosca sta perseguendo per poter competere nella geopolitica mondiale alla pari con India, Cina e Stati Uniti d’America, il Cremlino sa bene di non potere fare a meno dell’Ucraina: paese ricco di risorse naturali, agricole ed industriali, necessarie per sostenere le ambizioni imperiali dei russi.

Allo stesso tempo, l’ingresso dell’Ucraina come membro associato dell’Unione Doganale permetterebbe di risolvere la questione dell’adesione alla CEE Eurasiatica di Tagikistan e Kyrgyzstan: due Stati dell’ex-Unione Sovietica che ancora non hanno preso una decisione sulla modalità di partecipazione nell’Unione Doganale.

Dal punto di vista ucraino, l’adesione all’Unione Doganale permetterebbe a Kyiv di ottenere dalla Russia uno sconto immediato sulle forniture di gas, che Mosca ha promesso di concedere solo previo ingresso dell’Ucraina nella CEE Eurasiatica. La conferma della sete di gas dell’Ucraina è avvenuta sempre giovedì, 14 marzo, quando il Capo di Stato ucraino, in visita ufficiale in Lettonia, ha ritenuto inaccettabili le tariffe per l’importazione di energia imposte a Kiev dalla Russia.

Nello stesso tempo, l’avvicinamento progressivo dell’Ucraina all’Unione Doganale precluderebbe per sempre il processo di integrazione di Kiev nell’Unione Europea mediante la firma dell’Accordo di Associazione. Questo documento, con cui Bruxelles avrebbe concesso a Kiev lo status di partner privilegiato dell’UE, è stato congelato nel 2011 a causa del regresso democratico impresso in Ucraina dal Presidente Yanukovych, dimostrato con l’arresto politico di una decina di esponenti del campo democratico “arancione” – tra cui l’ex Primo Ministro, Yulia Tymoshenko – la falsificazione delle Elezioni Amministrative del 2010 e di quelle Parlamentari del 2012, l’incremento della pressione su media e giornalisti, e l’accentramento nelle mani del Capo di Stato di poteri del Parlamento.

Dal canto suo, il Presidente Yanukovych, seppur solo a parole, ha sempre dichiarato di considerare l’integrazione dell’Unione Europea come una priorità per l’Ucraina, ma de facto ha cercato di mantenere una politica di equilibrio tra l’UE e la Russia che, per via dell’uso sistematico delle risorse energetiche per scopi politici da parte di Mosca, sta finendo per favorire unicamente il Cremlino.

Le conseguenze per l’Unione Europea

L’inglobamento dell’Ucraina nell’Unione Doganale della Russia avrebbe conseguenze catastrofiche per l’Unione Europea, poiché esso permetterebbe alla Russia di esercitare una fortissima pressione in ambito energetico nei confronti dell’UE, che oggi già dipende dalle forniture di gas russo per il 40% del suo fabbisogno continentale.

L’Ucraina è infatti l’unico paese indipendente che si interpone tra l’UE e la Russia nel percorso di transito del gas russo in Europa: uno scoglio che impedisce a Mosca il controllo totale delle vie di approvvigionamento energetico dell’Unione Europea, e che il Cremlino è per questo intenzionato a rimuovere a tutti i costi.

Senza paesi intermediari nel tragitto del gas russo in Europa, la Russia si troverà a diretto contatto con un’Unione Europea ancora priva di un’unica politica estera ed energetica, su cui Mosca potrà facilmente imporre condizioni energetiche e politiche ad essa vantaggiose.

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