La Russia, intanto, continua a negare la presenza delle sue truppe nell’est ucraino, e la Nato contrattacca: “Nonostante le smentite di Mosca è chiaro che le truppe russe hanno superato la frontiera dell’Ucraina e agiscono all’interno del Paese. Mosca sfida ogni sforzo diplomatico per una soluzione pacifica”. Alla riunione di Milano, il ministro Esteri ucraino informa che le truppe russe “si stanno apparentemente avvicinando a Mariupol, e la gente muore a migliaia”.
D’altro canto, il presidente russo Putin paragona l’operato delle truppe governative in Ucraina orientale “quello delle truppe naziste che circondavano le nostre città e sparavano direttamente ai loro abitanti”. Usa e Germania avvertono Mosca sul fatto che “il suo comportamento in Ucraina non resterà senza conseguenze”, e Kiev ne approfitta per riportare a galla il suo piano d’adesione alla Nato. Lo ha reso noto lo stesso premier Yatseniuk, anche se il segretario Nato Rasmussen sottolinea che non si è discusso di questa opportunità durante la riunione straordinaria del Consiglio Nato-Ucraina.
Nel frattempo, il ministro dell’energia russo Novak riporta che potrebbero esserci “forti rischi per il rifornimento di gas russo all’Europa nel prossimo inverno”. Secondo Novak, l’Ucraina potrebbe tentare di sottrarre illegalmente parte di quel gas attraverso i suoi metanodotti per il suo uso interno, dato che la Russia non fornisce più gas all’Ucraina per via del debito non saldato nel 2013.
A rendere ancor più preoccupante la situazione, c’è il drammatico bilancio Onu, che riporta quasi 2.600 morti nella guerra russo-ucraina da aprile al 27 agosto. “La tendenza è allarmante”, asserisce il rapporto.