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Ue: l’olanda insiste a condizionare la candidatura all'adesione della serbia

Creato il 19 ottobre 2010 da Pasudest
UE: L’OLANDA INSISTE A CONDIZIONARE LA CANDIDATURA ALL'ADESIONE DELLA SERBIAdi Marina Szikora (*)
I parlamentari olandesi mercoledi’ 13 ottobre hanno approvato all’unanimita’ la decisione secondo la quale l’Olanda chiede agli altri Stati membri dell’Ue di rinviare la decisione sull’accettamento della candidatura serba fino al prossimo rapporto del procuratore dell’Aja, Serge Brammertz sulla collaborazione della Serbia con il Tribunale, previsto per il prossimo dicembre. Secondo il vicepresidente del governo serbo incaricato per le integrazioni europee, Bozidar Djelic, questa notizia a prima vista negativa per la Serbia non significa pero’ che l’avanzamento della Serbia verso l’Ue sara’ fermato e conferma che la delegazione serba il prossimo 25 ottobre a Lussemburgo lottera’ a favore del suo impegno primario, quello di ‘scongelare’ la candidatura serba di adesione all’Ue.
Mercoledi’ quindi, i membri delle due commissioni del Parlamento olandese, quella per le questioni europee e quella per gli affari esteri, hanno impegnato il ministro degli esteri olandese di chiedere al Conisglio di ministri dell’Ue il rinvio della decisione a favore della candidatura serba, vale a dire il segnale verdi di inoltrare la candidatura alla Commissione europea. L’Olanda persiste sulla sua fermissima posizione che qualsiasi passo ulteriore della Serbia verso le integrazioni europee deve essere condizionato con il raggiungimento della piena collaborazione di Belgrado con il Tpi dell’Aja, vale a dire da una valutazione positiva del procuratore generale dell’Aja, Serge Brammertz. Senza i due ultimi super ricercati dell’Aja, Ratko Mladic e Goran Hadzic al banco degli imputati, l’obbligo della Serbia nei confronti della giustizia internazionale resta incompiuto. La richiesta dell’Olanda vera’ molto probabilmente presentanta a Lussemburgo il prossimo 25 ottobre dal nuovo capo della diplomazia olandese, Uri Rozental. Come informa il quotidiano serbo ‘Blic’, secondo la Costituzione olandese, anche se il ministro degli esteri non e’ vincolato dalla decisione dei parlamentari, e’ poco probabile che il capo della diplomazia olandese proceda diversamente da quanto richiesto dal Parlamento.
Non hanno avuto quindi un effetto convincete, almeno quando si tratta dell’opinione dei parlamentari olandesi, le parole di Hillary Clinton pronunciate questa settimana a Belgrado e il forte appoggio di Washington al cammino della Serbia verso l’Ue. Dopo le parole di grande apprezzamento su quanto raggiunto ultimamente dalla Serbia, Belgrado sperava ed i media speculavano sulla possibilita’ che il capo della diplomazia americana convincera’ l’Olanda di ammorbidire la sua ben nota rigida posizione. Ma secondo il vicepresidente del governo serbo, Bozidar Djelic, i parlamentari olandesi hanno solo confermato la loro posizione e questa decisione lascia comunque diverse possibilita’ alla Serbia. “La questione della piena collaborazione con il Tribunale dell’Aja non sara’ eliminata finche’ non la soddisferemo fino alla fine e la Serbia e’ pienamente dedicata a farlo. La collaborazione con il Tribunale e’ parte dei nostri obblighi verso l’Ue, parte dell’Accordo di stabilizzazione e associazione che abbiamo firmato, nonche’ parte della legislatura nazionale ed internazionale. Vedremo quale sara’ la decisione del Consiglio di ministri, in ogni caso noi lotteremo affinche’ la candidatura sia inviata alla Commissione il prossimo 25 ottobre, afferma Djelic che guidera’ a Lussemburgo la delegazione serba.
C’e’ da dire che i parlamenatari olandesi, prima del voto avevano ricevuto una lettera del ministro degli esteri uscente, Maxim Verheugen in cui ha ribadito che il governo olandese continua a ritenere che l’avvicinamento della Serbia all’Ue deve essere condizionato dalla piena collaborazione di Belgrado con il Tribunale dell’Aja ma consente la possibilita’ che alla candidatura della Serbia sia dato il segnale verde alla prossima riunione del Consiglio di ministri a Lussemburgo. Verheugen ha avvertito inoltre che il governo olandese deve appena decidere se sulla decisione relativa alla candidatura serba bisogna prendere in considerazione l’avanzamento sulla questione Kosovo, vale a dire l’atteso dialogo tra Belgrado e Pristina auspicato dalla risoluzione Onu sul Kosovo.
In attesa di quanto verra’ deciso a Lussemburgo, Predrag Simic, professore di scienze politiche ed ex ambasciatore serbo a Parigi afferma per ‘Blic’ che il blocco dell’avanzamanto della Serbia verso l’Ue incorraggerebbe le forze estremiste in Serbia che non condividono la posizone ufficiale del governo serbo fermamente convinto che “non vi e’ nessuna alternativa all’Ue” e destabilizzerebbe le condizioni politiche nel Paese. “Chiudere le prospettive europee, anche se solo temporaneamente, solleciterebbe le forze che stanno dietro ai disordini accaduti domenica scorsa alla partita di calcio della squadra serba a Genova. Vedremo che cosa accadra’ a Bruxelles e quale sara’ la decisone dopo la visita nella capitale europea del segretario di stato americano, Hillary Clinton” dice Predrag Simic. Il procuratore capo del Tpi dell’Aja, Serge Brammertz visitera’ a novembre la Serbia mentre il suo rapporto semestrale verra’ presentato al Consiglio di sicurezza dell’Onu ai primi di dicembre.
Il messaggio di Hillary Clinton pronunciato a Belgrado in cui la capo della diplomazia americana ha affermato che la Serbia non soltanto dovrebbe diventare membro dell’Ue bensi’ anche uno dei paesi leader, ha suscitato molta attenzione dei media e degli esperti politici di Belgrado, scrive la ‘Deutsche Welle’. Anche se a prima vista suona come un lapsus, poiche’ la Serbia non puo’ essere leader nella regione e tantomeno nell’Ue, si tratta comunque di un messaggio molto incorraggiante, affferma per la ‘Deutsche Welle’ Vladan Marjanovic, capo redattore del giornale diplomatico VIP: “In base a quello che ha detto Hillary Clinton, quando si tratta delle relazioni tra Serbia e Ue, possiamo suporre che la Serbia a Washington avra’ qualcuno che vuole aiutare e spingere un po’ le cose verso l’accettamento della candidatura di Belgrado all’adesione. Vale a dire, di sollecitare l’Olanda ad ammorbidire la sua tradizionale dura posizione”. Si vedra’ ben presto, gia’ nei prossimi giorni, ma secondo Marjanovic, c’e’ una opinione generale che gli olandesi, quando si tratta della politica estera, in gran parte seguono i consigli di Washington.
E mentre il segnale verde per lo scongelamento della candidatura di adesione della Serbia all’Ue sta’ nelle mani dell’Olanda che ascolta innanzitutto le valutazioni del procuratore generale dell’Aja Serge Brammertz, il procuratore serbo per i crimini di guerra Vladimir Vukcevic lascia nuove e ancora non udite dichiarazioni. Secondo Vukcevic, vi e’ il pericolo di trapelamento di informazioni relative alle azioni intraprese nella ricerca dell’imputato dell’Aja, Ratko Mladic. In una intervista al giornale serbo ‘Vreme’, Vukcevic ha detto che e’ certo che le informazioni trapelano e ha aggiunto che si fa di tutto per tagliare questi canali. Il procuratore serbo ha respinto categoricamente la possibilita’ che le informazioni escono dallo stesso team di azione, ha detto che Mladic e’ stato precisamente localizzato e che era solo una questione tecnica di come svolgere l’arresto. L’allora capo dei servizi di sicurezza, Rade Bulatovic, racconta Vukcevic, aveva arrestato Stanko Ristic uno dei principali sostenitori di Mladic che aiutava la sua fuga e questa mossa catastrofica aveva acconsentito a Mladic di rimanere latitante. E’ stato un puro ostruzionismo – ha affermato Vukcevic aggiungendo che quella e’ stata la maggiore possibilita’ per arrestare Mladic. Dopo ci sono stati degli indizi e dei sospetti sul luogo dove si trova l’ex generale serbo bosniaco ma mai piu’ una prova cosi’ forte. Il procuratore serbo per i crimini di guerra si dice sorpreso delle dichiarazioni del procuratore Brammertz nel Parlamento olandese il quale ha affermato che a livello operativo persistono ostacoli per l’arresto di Ratko Mladic e Goran Hadzic.
(*) Corrispondente di Radio Radicale. IL testo è la trascrizione della corrispondenza andata in onda nella puntata di Passaggio a Sud Est trasmessa da Radio Radicale il 16 ottobre.
  

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