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UEFA sul divieto delle TPO: ''Una vittoria per il calcio''

Creato il 18 giugno 2015 da Stefano Pagnozzi @StefPag82
UEFA sul divieto delle TPO: ''Una vittoria per il calcio''
Attraverso le colonne di UEFA•direct, il Segretario Generale della UEFA, Gianni Infantino, accoglie con favore le recenti misure volte a contrastare le proprietà di terze parti, fenomeno considerato negativo per svariati motivi.
Il 1° maggio è stato un giorno importante per la UEFA e per il calcio europeo, considerato che in quella data è stata presa la decisione di vietare finalmente le collaborazioni con terze parti (TPO). Le TPO sono modalità negative per i giocatori e per la loro crescita, per le società, per l'integrità della competizione e per la salute finanziaria del calcio.
Questo argomento è stato discusso ampiamente da vari organi della UEFA negli ultimi anni. Ad esempio nel 2012, il Consiglio Strategico del Calcio Professionistico (che comprende squadre, giocatori, campionati e federazioni) ha adottato una posizione forte contro le TPO. A questa posizione è seguita la decisione adottata dal Comitato Esecutivo della UEFA nel dicembre 2012 - momento in cui la UEFA ha esortato la FIFA ad agire (in quanto organo responsabile dei trasferimenti internazionali) - in cui si deciso che se la FIFA non fosse stata in grado di arginare il fenomeno del TPO nel mondo, allora ci avrebbe provato la UEFA a livello europeo.
Successivamente la FIFA ha approfondito il fenomeno del TPO, e ha istituito un gruppo di lavoro per esaminare come trattare la tematica (gruppo di lavoro a cui la UEFA stessa ha partecipato). Non sorprende che le analisi dettagliate dei TPO abbiano rivelato che la pratica sia stata negativa su quasi tutti i fronti per il calcio. Si è evinto infatti che tale pratica scorretta sia stato il veicolo per alcune terze parti di 'speculare', e quindi avere rientro economico, sul futuro valore di mercato dei giocatori.
La UEFA non solo è molto lieta che il gruppo di lavoro abbia consigliato di vietare le TPO, ma è anche soddisfatta che tale divieto adesso entri in vigore.
Al momento della stesura, il divieto delle TPO era stato contestato sia dalla Commissione Europea che da alcuni tribunali nazionali. Questi ricorsi tuttavia erano prevedibili. Nonostante ciò, la UEFA (insieme alla FIFPro) ha presentato la sua denuncia alla Commissione Europea, argomentando che la pratica del TPO fosse in contrasto con la legislazione europea.
La UEFA ritiene che le TPO minino la stabilità contrattuale, che abbiano un effetto negativo nei rapporti lavorativi, che distorcano il mercato, che minaccino l'integrità della competizione. Non mancano nemmeno le perplessità etiche e morali per quanto riguarda il trattamento dei giocatori (in particolare dei giovani). Siamo ottimisti circa il fatto che la Commissione Europea ci sosterrà da questo punto di vista.
Adesso possiamo immaginare un futuro senza TPO. Un mondo in cui sia le società che i giocatori potranno davvero essere padroni del proprio futuro; un mondo in cui giocatori avversari non avranno interessi economici a nome di una stessa terza parte; un mondo in cui più soldi resteranno all'interno del mondo del calcio, invece di finire nelle tasche di questi speculatori.
da:UEFA.org

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