Dapprima erano le vuvuzelas, nemiche giurate della Fifa e delle decine di migliaia di frequentatori degli stadi sudafricani durante il mondiale del 2010. Adesso tocca alle cornamuse, bandite dagli stadi della Nuova Zelanda.
Non importa che costuiscano una tradizione iconica della Scozia, né che si tratti del primo caso nella storia delle cornamuse: la IRB ha assolutamente vietato la loro entrata nelle strutture kiwi.
La sollevazione popolare non è comunque tardata ad arrivare: una delle vittime di questo divieto, Matt Strachan, ovviamente tifoso scozzese, ha creato anche una pagina Facebook per lamentarsi e tentare una rivolta. O quanto meno per far sentire la sua voce, che ha interessato i media nazionali. La dichiarazione raccolta da The Scotsman riassume infatti tutto il disappunto di Strachan: “Dopo aver speso un sacco di soldi per venire in Nuova Zelanda a sostenere la mia squadra, sono rimasto scioccato nell’apprendere che le cornamuse non erano autorizzate negli stadi”, ha detto l’uomo ai giornalisti.
Forse quelli della IRB temevano che le cornamuse diventassero le nuove vuvuzelas? Niente di tutto questo, visto che il divieto è di natura tecnica, più che “rumorosa”: la lista di ciò che non può entrare nello stadio è lunga e nutrita, costituita da oggetti meno consoni come segni di appartenenza a una gang e più quotidiani, come ombrelli e bastoni per bandiere lunghi oltre gli 80 cm. Le cornamuse, con la loro struttura particolare, sono state ritenute pericolose e quindi bandite dagli stadi.
La Nuova Zelanda rinuncia quindi per questioni di sicurezza alla musica e all’atmosfera delle cornamuse. Un vero peccato, soprattutto in virtù dell’eredità e del forte legame anche di sangue che lega la terra kiwi a quella degli Highlanders scozzesi.