uff

Da Naimablu

    Cerchio nero, Malevich
Poi ci sono i cerchi. Quelli che a me non piacciono. Girano, girano e poi ritornano. E quando ritornano? Sono come prima solo che io non ci sono più. Io sono quella che va via prima che il cerchio ritorni. A me i cerchi non piacciono. Girano, girano e poi ritornano. E quando ritornano? Non ti gira nemmeno più la testa, li guardi girare e fai: uff!
Uff, così, giusto per noia e per educazione. Quando si incrocia qualcuno che è un cerchio che gira, gira e poi ritorna, qualcosa devi pur dirla, solo per educazione. E fai uff, mentre pensi che i cerchi proprio non ti piacciono, mentre vedi che c’è chi ha paura di uscire dal cerchio, mentre sai che il cerchio è logoro, ma non si spezza. E tu? Io? Io nei cerchi ci salto, ci sto un secondo e scappo. Tu lo sai perché i cerchi non mi piacciono? Lo sai perché scappo? Io sì, ma non te lo dico. Sai che ti dico, invece? Che è quasi mezzanotte, che c’è un cielo timido che se ne frega dei cerchi, dei pensieri grigi di questa giornata, di tutte le cose che ti fanno fare uff e di quelle che hanno anche smesso di strappartene anche solo uno. È quasi mezzanotte e c’è un cielo sbagliato che mi chiede perché non ci sei. Non gli so rispondere, non sapresti farlo nemmeno tu. È quasi mezzanotte e io dovrei, potrei, vorrei, ma no. Affido tutto alla coda luminosa di una stella che ha dimenticato di andare dal parrucchiere. È bella, nonostante la coda spettinata, proprio per la coda spettinata. Ché le cose più belle il pettine l’hanno dimenticato in una notte come questa, con un cielo che non ha chiesto di esserci, tu che non ci sei e io che ti guardo da lontano. Ti guardo e vedo un cerchio. Mi guardi e non ci sono già più.