Della presenza delle streghe a Triora nessuno dubita.
Hanno lasciato tracce evidenti e in numerosi documenti si racconta della loro atroce e spietata persecuzione. Forse non erano responsabili dei crimini feroci di cui raccontano i verbali dei processi, ma semplicemente donne con una straordinaria conoscenza delle erbe. Comunque sia domani, la domenica successiva al ferragosto, come ogni anno moltissimi turisti e curiosi saliranno i tornanti della valle Argentina per raggiungere il paese, uno dei borghi più belli d’Italia, e passare una giornata in loro compagnia: benvenuti a ” Strigòra”.
Ma quest’ anno sarà ricordato anche per un’eccezionale scoperta fatta due giorni fa nelle vicinanze del paese. Vittorio Stoinich, un appassionato di piante ed amico di Alfredo Moreschi, passeggiando in cerca di funghi nella zona compresa fra Triora ed il passo della Guardia, dopo aver lasciato il sentiero principale ed essere salito su un ripido e scosceso costone del monte, ha trovato finalmente il cerchio delle streghe e lo ha fotografato.
I pochissimi abitanti della zona lo conoscono bene, ma preferiscono osservarlo da distante e non parlarne mai con gli sconosciuti, mostrando uno strano senso di attrazione e di seduzione. Secondo fonti locali ben informate, ma rigorosamente anonime, queste osservazioni avvengono in solitaria, con rispetto e timore da più generazioni. Solo un pastore, sfidando il sortilegio aveva raccolto il fieno all’interno del cechio ottendendo una produzione di latte abbondande, ma colorata di rosso. Nel paese delle streghe in pochi sanno dell’esistenza del cerchio, ma preferiscono ignorarlo e negarne la presenza ai forestieri: siamo di fronte ad una sorta di piccola, ma importante Nazca del ponente ligure.
La scoperta del cerchio delle streghe ha impressionato il nostro Indiana Jones perché il diametro di circa 12 metri e l’assoluta precisione del cerchio circondato da numerosi funghi rendono il mistero davvero inquietante. Il fenomeno non è complicato come i verdi e misteriosi geroglifici sudamericani, ma proprio la semplicità geometrica del cerchio perfetto rende l’evento inspiegabile e misterioso. La presenza dei funghi , inoltre l’avvolge in un alone di magia e mistero richiamando alcune credenze locali, secondo le quali i funghi, che crescono in “cerchio” sono generati dalle danze notturne delle streghe.
Analizzando meglio le fotografie scopriamo che non si tratta di un taglio nell’erba come i geroglifici dei campi di grano osservati in Inghilterra o un’abrasione come in America del sud, ma è il risultato di una coloritura più accentuata della stessa erba che pochi centimetri più in là, riassume il naturale verde tenero.
Con Alfredo abbiamo provato ad interrogarci sulla spiegazione del fenomeno.
Potrebbe trattarsi di una sostanza chimica distribuita circolarmente nel terreno capace di provocare la diversa tonalità, ma sarebbe facile obiettare che la ripida pendenza del luogo ed il forte dilavamento provocato dalle piogge, avrebbe già dovuto compromettere la perfetta geometria di questo grande O di Giotto da Triora, apparso per magia, non si sa quando, e mantenutosi indenne per tutto questo tempo.
Potrebbe essere stato provocato dalla stabulazione di erbivori e dalle loro ripetute deiezioni, come si osserva nei pressi delle malghe, ma sono difficili da immaginare armenti così ordinati nel dormire; inoltre, per tutto il tempo sufficiente ad impregnare il terreno a sufficienza.
Potrebbe trattarsi di una costruzione sotterranea, i cui resti ricoperti da terra, potrebbero provocare la disparità cromatica dei vegetali che vi crescono sopra, mantenendo la circonferenza più umida e ricca di sostanze. La forma richiama quella di una torre, ma chi l’avrebbe costruita e successivamente distrutta, e perché nessuno più lo ricorda.
Potrebbe essere una “neveira” per la produzione di ghiaccio, riempita successivamente di detriti, ma anche di questa manca la minima traccia e menzione .
Escludiamo che il cerchio indichi l’atterraggio di un UFO perché la pendenza del prato alpino lo avrebbe fatto scivolare in basso.
A questo punto non ci resta che lanciare un appello ai nostri affezionati lettori e chiedere di aiutarci a risolvere l’enigma.
Domani Vittorio si recherà nuovamente al cerchio, scatterà altre foto e cercherà di attingere nuove informazioni dagli abitanti del posto.
Aspettiamo le vostre mail ed il ritorno di Vittorio con fiducia.
claudio.porchia@sanremonews.it
La foto scattata da Vittorio Stoinich il 17 agosto
Leggi dove si trova Triora e qual’è la sua storia.
Triora è un borgo medievale che, sorge sulla cresta del monte Trono a 776 m da dove domina l’alta valle Argentina. Resa famosa dal processo alle streghe, presenta un interessante tessuto urbano medievale ancora ben conservato con vicoli coperti, portali, stemmi e punti panoramici. Fece parte della Marca Arduinica nel XI secolo, mentre nei secoli successivi passò ai Conti di Ventimiglia, per diventare dominio genovese nel 1261. Nel XVI secolo promulgo propri statuti poi riformati nel 1500.
Centro agricolo importante, il borgo fu duramente colpito dai tedeschi nel 1944 e, col passare del tempo, ha assunto un carattere più turistico. Posto all’inizio dell’abitato, il Museo etnografico ha ricostruito l’ambiente agricolo della zona, articolando nelle varie sale il “ciclo del castagno”, “del vino”, “del latte”, nonché una cucina con gli utensili relativi; inoltre un piccolo giardino botanico mostra l’ambiente naturale della zona. Infine, nel piano inferiore, nelle antiche prigioni, ambiente ideale per crearvi un immaginario antro delle streghe, si conservano i documenti relativi al processo alle streghe: 12 donne e un uomo accusati di stregoneria furono sottoposti a crudeli supplizi. Inviati poi al tribunale di Genova (tutto e registrato fedelmente negli atti), i malcapitati furono condannati al rogo. Continua a leggere……