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Uggias, Idv, Carcere San Sebastiano, Sassari: allarme disagio e sovraffollamento

Creato il 17 gennaio 2013 da Yellowflate @yellowflate

Sassari: un decesso al carcere di San SebastianoIn attesa della sempre annunciata, ma mai realizzata, apertura del carcere di Bancali, le condizioni di detenzione nel Carcere San Sebastiano di Sassari peggiorano di giorno in giorno. Nella mia recentissima visita ai detenuti del San Sebastiano, grazie anche alla solerte disponibilità del Comandante delle guardie penitenziarie,  Giovanni Maria Basile, ho potuto constatare di persona come la situazione resti grave.

La capienza del carcere, pur essendo stata ridotta lo scorso anno, passando da 130 a 90 detenuti, non elimina la situazione di critico sovraffollamento che rende ancora più pesante la situazione di detenzione. Spazi ridotti e condizioni generali di disagio si aggiungono peraltro alla riduzione delle attività lavorative causata dal taglio delle risorse economiche da parte del Ministero della Giustizia.

In questo contesto assume particolare gravità la mancanza di acqua che, attualmente, viene erogata per sole due ore al giorno. Questo fa sì che per gran parte della giornata i detenuti e gli operatori penitenziari rimangano senza acqua, con gravi rischi dal punto di vista igienico-sanitario tenuto conto, fra l’altro, delle anguste dimensioni delle celle, anche 5 metri quadri per cinque detenuti, con water  e lavandino al loro interno.

Anche per questi motivi ho ritenuto di inviare contestualmente una lettera-appello al sindaco di Sassari al fine di sollecitare la soluzione del problema idrico attraverso un suo intervento nei confronti della società Abbanoa, che gestisce il servizio idrico.

Queste già gravi carenze si sommano ai tristi primati di una struttura che, benché sovraffollata, ospita tra le sbarre addirittura due bambini di pochi mesi. In quadro così desolante assume ulteriore valenza civile ed ammonitrice la protesta di tre detenuti che, da giorni – uno di loro da oltre un mese – attuano lo sciopero della fame, della sete, ed in un caso persino il rifiuto di assistenza farmacologica. Costoro chiedono che vengano garantite quanto meno le condizioni minime di tollerabilità nella espiazione della pena; basti pensare che uno dei detenuti che sta portando avanti la protesta da tempo attende il suo legittimo trasferimento al nord per poter ricevere le visite della famiglia.

Non va dimenticato che la scorsa settimana la Corte europea dei diritti dell’uomo ha riconosciuto un risarcimento di 100 mila euro per danni morali a sette detenuti di Busto Arsizio e Piacenza a causa del trattamento inumano e degradante subito. La Corte ha in questo caso rilevato la vergognosa situazione del sistema penitenziario italiano riaffermando il diritto alla dignità della persona umana anche quando è privata della libertà personale.

Sebbene personalmente non condivida la volontà del governo italiano di concentrare buona parte delle nuove carceri in Sardegna, prospettando una massiccia migrazione dei detenuti nella nostra isola, non posso fare a meno di segnalare la necessità di completare quanto prima i lavori delle nuovi carceri nella nostra regione rendendo così possibile la immediata chiusura di  strutture obsolete ed inadeguate, come il San Sebastiano, al fine garantire condizioni di detenzione degne di uno stato di diritto.

    Giommaria Uggias

 Europarlamentare IDV-Alde


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