Buongiorno a tutti amici, benvenuti ad una nuova puntata di Ugly Covers + Cover Fight! Di che cosa parliamo oggi? Di grandi classici! Guardate un po' quali cover ho scovato..
Iniziamo con un libro che ha dato l'avvio a quello che amo definire il genere “emo/deprimente”. Fui costretta a leggerlo a causa della malsana volontà di tortura insita nella mente contorta del mio prof di letteratura del liceo, fissato con questo genere di letteratura deprimente. Ecco un libro che ho odiato con ogni particella del mio essere: al finale di questa straziante lettura, avrei voluto io stessa infliggere a Werther tutta una serie di dolori che non posso raccontarvi.. I. W. GoetheI dolori del giovane Werther
In forma di romanzo epistolare, il giovane Werther racconta all'amico Guglielmo il suo sfortunato amore per Lotte, gia' promessa sposa di Alberto, arido, ma di buoni sentimenti, di cui peraltro e' amico.
Dopo aver strappato l'unico bacio all'amata, tormentato dalla gelosia, rinuncerà ad un lungo viaggio per un finale tragico, tipicamente romantico.
Il tono e' semplice e puro come le passioni che sono rappresentate, ed i temi essenziali sono: L'amore sublimato ed unico conforto al deludente presente e la natura, portatrice di serenità e consolatrice.
Ambientato agli inizi dell'Ottocento, il romanzo è un fedele ritratto della società e delle tradizioni del Sud degli Stati Uniti, superstizioni, usanze e una certa dose di razzismo compresi. Tom Sawyer è un ragazzino vivace e irrequieto, ma anche furbo e molto simpatico. Ha la straordinaria capacità di ingannare chiunque pur di raggiungere i propri scopi e ne combina di tutti i colori alla povera zia Polly, che lo ha adottato dopo la morte dei genitori. La sua irrequietezza lo porta a vivere avventure pericolose per un ragazzino della sua età: fugge di casa per fare il pirata, si finge annegato per essere spettatore al proprio funerale e diventa involontario testimone dell'assassinio del medico della cittadina. Ma il sogno di Tom è quello di diventare ricco, una specie di Robin Hood moderno. E il suo sogno si realizza quando trova un vero tesoro.
Va bene che, in una libreria digitale, non è così indispensabile vedere le cover dei libri. Ok, sono d'accordo. Non per questo, però, è necessario storpiare le copertine in questo modo. Mi chiedo: ma qual'è il riferimento diretto di un paio d'alberi e un viottolo erboso alla storia di Tom? Poi quel font.. mah, con il mio fantastico Gimp e senza nemmeno l'aiuto di Kaya (che ringrazio ancora per la nuova veste del Diario, grazie cara!), sarei riuscita a fare di meglio..
Einaudi: casa editrice italiana di tutto rispetto. Forse una delle poche a pubblicare libri di altissimo livello donando loro delle cover essenziali ma davvero eleganti. Non sempre, però, come potrete vedere con le prossime due – orribili - cover.
Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo Quando Ugo Foscolo è a Bologna, nel 1798, compie la prima parziale stesura del romanzo Ultime lettere di Jacopo Ortis, che viene poi pubblicato in quello stesso anno. L'opera, profondamente riveduta, viene ripubblicata a Milano nel 1802; ispiratore di questa seconda redazione è l'amore del poeta per Isabella Roncioni, conosciuta in Toscana. Ma le Lettere hanno un destino movimentato perché subiranno ulteriori aggiunte e correzioni a Zurigo (1816) e a Londra (1817). Il travaglio "compositivo" dell'opera rispecchia la crisi, non solo politica, ma soprattutto filosofica ed esistenziale dell'autore, scaturita dal contrasto tra leggi meccanicistiche della natura e ansia di vita, tra razionalismo e nuove aspirazioni romantiche.
Comprai questa edizione nel 2007, sempre costretta dal professore di cui sopra. Non avevo mai sentito parlare di Brecht e, a giudicare dalla cover, mi convinsi di doverlo odiare. Questa cover è pressoché orribile. Un uomo gobbo con le braccia in grembo, regna nella parte superiore della copertina. Sotto il nome dell'autore, il titolo e poi un profondo salto nel vuoto fino ad arrivare allo stemma Einaudi. Ragazzi, ci siamo impegnati un po' poco per questo lavorino, vero?
Seguendo il detto “meno è meglio”, ecco che la cover viene rinnovata: l'uomo gobbo è scomparso (finalmente l'abbiamo capita), il deprimente nero viene alternato a questo fucsia che non stona minimamente e, la parte superiore, viene occupata da una delle più belle frasi scritte nella storia della letteratura. “La vittoria della ragione non può essere che la vittoria di coloro che ragionano” Inutile dirvi che, a mio avviso, vince la seconda. E voi amici ed amiche, cosa ne pensate? Un bacio a tutti!