Ugo Foscolo (1778-1827)

Da Lory663
Il maggior poeta e prosatore italiano degli inizi dell'Ottocento, nacque il 6 febbraio del 1778 nel'isola di Zante, nelle Ionie, da madre greca e padre veneziano. Gli fu dato il nome di Niccolò; egli aggiunse poi a questo nome quello di Ugo, che infine usò da solo, rimanendo per tutti Ugo Foscolo
Zante apparteneva alla Repubblica di Venezia ed egli  si considerò veneziano; il clima spirituale della Grecia, di cui dalla madre aveva appreso il linguaggio, rimase sempre intimamente legato al suo spirito, quasi in una romantica nostalgia di pure bellezze classiche.
Aveva sette anni quado il padre, Andrea, trasferì la famiglia a Spalato, sempre in dominio venziano; tre anni dopo, nel 1788, Andrea Foscolo moriva. Il piccolo Niccolò, con la sorella Rubina e i fratelli Giovanni e Giulio, fu rimandato nelle isole Ionie, presso la nonna e le zie, mentre la madre si recava a Venezia per sistemare i propri interessi. Infine, nel 1793, i fratelli Foscolo raggiungevano la madre a Venezia, dove li attendeva una vita modesta ma non minacciata dal bisogno.
A quindici anni, Ugo era già colto: conosceva quasi perfettamente il greco classico e il latino e approfondiva sempre più i proprio studi. Aveva un carattere ardente, impetuoso fin quasi alla violenza, tormentato da crisi di corrucciata malinconia. Amava appassionatamente lo studio fino a imporsi minuziose e faticose ricerche erudite, ma con eguale passione tendeva poi ad abbandonarsi agli allettamenti della vita, primi fra tutti gli amori, che lo attrassero ancor giovinetto. In quegli anni veneziani la sua personalità si formò quasi compiutamente.
Dall'antica Grecia e dai suoi eroi trasse una concezione morale fondata sulla dignità dell'uomo libero tutto teso a forti ideali, animato da grandi passioni. Le Vite di Plutarco erano il suo libro preferito, come lo erano, del resto, per quasi tutta la gioventù colta dell'epoca. Non sopportava tutto ciò che era meschino, comune, volgare: quindi nemmeno la povertà, in cui era costretto a vivere, e gli abiti modesti, che doveva indossare. Non riuscì mai a superare il desiderio di essere ricco anche se seppe più volte sopportare dignitosamente la povertà.
Nessuna meraviglia, dunque se Ugo accolse con entusiasmo le idee della rivoluzione francese. Nel gennaio del 1797, a dicannove anni, faceva rappresentare una tragedia di stile alfieriano, Tieste, tutta volta contro le tirranidi, che otteneve un clamoroso successo. Napoleone era già sceso in Italia iniziando la sua cosiddetta opera di liberazione: sorgeva la Repubblica Cispadana. Ed ecco il Foscolo pronto ad esaltarlo con la sua appassionata ode A Bonaparte liberatore.
Nell'ottobre dello stesso 1797 il "liberatore" cede Venezia all'Austria col trattato di Campoformio; è un duro colpo per Ugo, che vede la sua patria asservita, ma egli crede ancora nei valori della rivoluzione e abbandona Venezia, dove rimangono sua madre e i suoi fratelli, per tasferirsi a Milano, la capitale della nuova Repubblica Cisalpina.
Comincia così un nuovo periodo della sua turbinosa vita. Il Foscolo si dà alla politica e quindi passa nell'esercito. Mentre Napoleone è in Egitto e le milizie austriache e russe vanno riassoggettando l'Italia, egli combatte come ufficiale delle truppe cisalpine ed è ferito all'assedio di Genova. Tornato Napoleone, il Foscolo rimane nell'esercito e per due anni, dal 1804 al 1806, è in Francia, con la divisione italiana fra le truppe che Napoleone raccoglie nel nord per la spedizione, non mai avvenuta, contro l'Inghilterra. Poi, venuto meno il progetto, torna in Italia, sempre nell'esercito.
....La storia continua

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