La presenza di un corpo di un uomo vissuto prima della civiltà egizia, rannicchiato, rinsecchito e trovato nel deserto ci introduce all’aspetto che co
Quando i corpi cominciarono ad essere deposti in tombe con coperture artificiali, inizialmente venivano avvolti in bende di lino e ricoperti di gesso compresso e levigato perché prendesse la forma del corpo sottostante; quando il gesso era asciutto, il guscio esterno veniva dipinto (spesso di verde, colore della rinascita) e al viso erano dati i lineamenti del defunto. Durante il Medio regno la tecnica di mummificazione si affinò per raggiungere i suoi risultati migliori e definitivi nel Nuovo regno. Poiché il mondo era stato creato dalla forza vitale dell’universo, lo spirito eterno, doveva tornare, quando il suo percorso terreno giungeva al termine, all’ordine e all’armonia. Il vero significato mummie è legato, in effetti, alla vita. Un uomo infatti non moriva ma, si addormentav
Passano i secoli e le tombe cominciano ad emergere dal terreno diventando sempre più imponenti ed i faraoni le vollero ancora più grandi, una vera sfida contro la morte. La prima piramide fu opera di uno degli ingegni più grandi dell’umanità, l’architetto, medico e astrologo Imhotep. Costruì a Sakkara la prima piramide quella a gradoni, tutta in pietra. Col tempo la tecnica si raffinò, allargando la base, lisciando le pareti e utilizzando blocchi di granito che combaciavano pefettamente, fino alla realizzazione del capolavoro assoluto: la piramide di Cheope. Una delle costruzioni più grandi mai realizzate dall’uomo. S’innalza verso il cielo da parecchie migliaia di anni nella piana di Giza. Un’immensa tomba realizzata senza strumenti in ferro e senza l’uso della ruota. 2.500.000 blocchi di pietra calcarea e granito. Il tutto per un peso di circa 6.000.000 di tonnellate e un’ area di 13.1 acri. Per accedere alla Camera del Re, si devono superare percorsi stretti ed impraticabili, corridoi e gallerie piccolissime. La domanda che ci si pone è come hanno fatto i saccheggiatori di tombe a trafugare tutto, ma proprio tutto all’interno di una stanza situata a circa 45 m di altezza, e il cui unico modo per raggiungerla dalla base è una galleria ascendente (bloccata da pesantissimi tappi in granito) che si collega alla Grande Galleria, lunga circa 46 m e con una pendenza di 26°.
Nel museo di Torino la collezione di statue è impressionante e permette di entrare nella vita quotidiana degi egizi e del faraone. Come vive
E in questo viaggio alla scoperta del mondo egizio, non poteva mancare lui. Il faraone dei faraoni, Ramses II. Fu un sovrano potente, un guerriero indomito, un padre affettuoso e un costruttore instancabile. Quando Ramses morì aveva raggiunto il suo scopo:per il popolo era una leggenda Con queste credenziali Ramses II che governò per sessantasette anni (dal 1279 al 1213 a.C.), non poteva non meritarsi la fama di cui gode ancora oggi. La sua vita familiare fu sopra le righe: due Grandi Spose Reali, la bellissima Nefertari e Isisnofret, un numero imprecisato di spose minori e concubine e almeno cento figli. Autore di una delle più grandi opera egiziane: il tempio rupestre di Abu Simbel, una vera meraviglia dell’antichità. Le quattro colossali statue, alte venti metri e interamente scolpite nella roccia, che raffigurano il faraone seduto all’ingresso, sono ormai diventate un’icona della civiltà egizia. Scavato per oltre sessanta metri dentro il ventre di un’altura di arenaria, il santuario era dedicato a tre grandi dei, Amon, Ra e Ptha ma, in realtà era un’altra la divinità da venerarvi : Ramses stesso.
Il vero pericolo per la sorte
Fu l’Unesco a lanciare il grido d’allarme, che si trasformò in una vera e propria campagna di salvataggio che coinvolse ben 113 Paesi, pronti ad aiutare l’Egitto con uomini, denaro e tecnologia. Il progetto richiedeva che il tempio di Abu Simbel venisse smontato pezzo per pezzo e ricostruito 180 metri più nell’entroterra dopo aver innalzato il terreno di 65 metri rispetto al livello precedente.
I lavori richiesero cinque anni, oltre duemila uomini, tonnellate di materiali e uno sforzo tecnologico senza precedenti nella storia dell’archeologia. I blocchi numerati per ridar loro l’esatta posizione, furono riassemblati, e l’intero tempio fu ricostruito mantenendo persino l’originario orientamento rispetto agli astri e al nuovo corso del Nilo determinato dallo sbarramento di Assuan. Fu restaurato il paesaggio, e quando anche la montagna soprastante fu ricostruita, il puzzle fu finalmente completo. Ramses stesso non vi avrebbe trovato alcuna differenza. Ora la mummia del più grande faraone può riposare in pace nel museo di Torino, insieme a quella del padre Seti I.
Il complesso mondo funebre degli egizi fu profanato più volte nonostante si rischiassero punizioni e la dannazione eterna. Scalpellini e artigiani depredarono le tombe per arricchire il mercato clandestino con oggetti preziosi. Quanto oro è scomparso nel corso dei secoli è impossibile da quantificare ma, se solo pensiamo al tesoro, ritrovato nella tomba di Tutankamon (5000 oggetti, collari, petorali, fibie, la maschera in oro e lapislazuli, 150 amuleti , bracciali, anelli) si può solo fare una stima approssimativa del patrimonio andato perduto per sempre.