Dalla Gazzetta del Mezzogiorno di oggi l'Articolo della giornalista Tiziana Colluto
Fuoco agli ulivi per spazzare via qualsiasi prova delle sperimentazioni non autorizzate di pesticidi. È uno dei retroscena più inquietanti portato a galla dalla Procura. Su questo le indagini vanno avanti. Scrivono i pm nel provvedimento di sequestro: «si ritiene che l’incendio degli alberi sui quali, secondo le informazioni assunte, sarebbero avvenute le sperimentazioni legate alla “Lebbra dell’olivo” ovvero, da quanto emerso ultimamente, le prove in campo del Roundup Platinum della Monsanto, sia di natura dolosa con finalità di eliminare ogni possibile traccia di quanto fatto sugli alberi».
A corroborare questa ipotesi è stato lo scenario che si è presentato agli occhi degli investigatori durante il sopralluogo del 13 ottobre scorso in località Raho, a Gallipoli, lungo la statale, lì dove un testimone aveva dichiarato di aver notato, tra il 2009 e il 2010, la presenza di cartelli bianchi attaccati ai tronchi e riportanti la dicitura “campo sperimentale”. Non tutte le piante sono state interessate dalle fiamme, «nonostante l’intera zona, durante il sopralluogo del 2 giugno, si presentava completamente abbandonata con erba secca alta e infestante presente ovunque. Da accertamenti è emerso che l’incendio si sarebbe sviluppato tra il 4 e il 5 giugno, due o tre giorni dopo il sopralluogo». Benché i proprietari del fondo abbiano negato lo svolgimento di qualsiasi test in passato, il terreno coincide con quello indicato da due persone diverse come oggetto di sperimentazioni.
Lo stesso copione si è ripetuto in una campagna, sempre nei paraggi, appartenente ad un’altra signora: dopo i sintomi di disseccamento comparsi nel 2011, si sono verificati due incendi, il secondo dei quali, nel maggio 2014, «avvenuto in circostanze anomale, in quanto gli alberi erano stati incendiati anche singolarmente all’interno dell’oliveto».